Febbre del Nilo: altri 2 ricoveri, in totale 9 contagiati e anche 4 asintomatici

Martedì 26 Luglio 2022 di Elisa Fais
Febbre del Nilo: altri 2 ricoveri, in totale 9 contagiati e anche 4 asintomatici

Giorno dopo giorno continua a salire il numero di persone contagiate da West Nile virus e colpite da encefalite (la forma più grave) o dalla tipica sindrome caratterizzata da febbre alta, mal di testa, nausea e linfonodi ingrossati. Gli ultimi due casi accertati dall’Ulss 6 Euganea risalgono a ieri, si tratta di un 84enne ricoverato in un reparto di degenza all’ospedale di Camposampiero e di un 77enne nel reparto di Medicina di Piove di Sacco con encefalite. 
«Le condizioni dell’84enne all’inizio ci hanno messo in allerta, perché i sintomi sembravano riconducibili all’encefalite - spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione, il dottor Luca Sbrogiò - ma, una volta abbassata la febbre, la situazione è rientrata.

L’uomo, dunque, manifesta la cosiddetta West Nile fever e non l’encefalite. E’ tenuto sotto controllo ed è in via di stabilizzazione». Il 77enne, invece, ha una diagnosi di encefalite.

Finora i pazienti positivi al West Nile finiti negli ospedali di Padova e provincia sono nove (compresi i due ricoverati poi deceduti). A questi si sommano altre quattro positività, riscontrate in occasione di screening e donazioni di sangue, attribuite a pazienti asintomatici. Sommando i due gruppi, si arriva a 13 casi accertati con riscontri di laboratorio nel Padovano.
Il virus delle zanzare è arrivato con almeno un mese di anticipo a causa della siccità e si affianca ad altre malattie legate al periodo estivo. Nelle scorse settimane, infatti, è stato segnalato anche un caso di Toscana virus (trasmesso dai pappataci) gestito dall’Azienda ospedaliera e due casi di meningoencefalite da zecche giunti all’attenzione delle strutture ospedaliere dell’Ulss. 
Per limitare la diffusione delle zanzare, l’Euganea ha inviato un documento informativo ai 101 Comuni. Le amministrazioni ora stanno iniziando ad emettere ordinanze ad hoc. «Si richiedono tre livelli d’intervento - specifica Sbrogiò -. Il primo è quello individuale, ciascuno deve provvedere a utilizzare repellenti oltre che trattare i tombini con pastiglie ed evitare accumuli di acqua stagnante in casa. Poi c’è il livello di competenza dei Comuni e dei Consorzi, che include lo sfalcio e la lotta larvale biologica. Infine il terzo è legato al paesaggio, prevede il trattamento adulticida la sera prima degli eventi all’esterno, come sagre o cinema all’aperto».
Domenica scorsa il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato dall’Organizzazione mondiale della sanità un’emergenza globale. «L’obiettivo dell’allerta è contenere l’epidemia che ha colpito quasi 17mila persone in 74 Paesi - specifica Sbrogiò -. Su 407 casi notificati in Italia, 17 sono residenti a Padova e provincia. Un mese fa abbiamo avuto il cluster più grande d’Italia: tutto è originato da un ragazzo spagnolo, che ha contagiato 5 padovani e un altro veneto residente fuori Ulss». Attualmente ci sono due uomini positivi al Monkeypox ricoverati a Malattie infettive in Azienda ospedaliera e cinque maschi in isolamento domiciliare. Gli altri dieci sono già guariti. «Una patologia fastidiosa, anche se non porta a quadri di gravità - commenta Sbrogiò - attenzione ai campanelli d’allarme, in particolare alle pustole sulla pelle. Rivolgetevi al medico di fiducia».
La curva del contagio Covid, intanto, continua a scendere. «L’incidenza settimanale è 1.044 casi ogni 100mila abitanti, la settimana precedente era circa 1.300 - conferma Sbrogiò -. Continuiamo a vaccinarci. Abbiamo già aperto altri slot fino al 12 agosto. Nell’ultima settimana abbiamo eseguito 10mila vaccini, la metà in Fiera. Nell’ultimo mese si contano anche 200 prime dosi, tra cui circa 100 bambini e 100 adulti». Da oggi al 31 luglio su 6.377 posti disponibili, 3.781 sono prenotati.
 

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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