Ritornano in classe 107mila studenti: così si allarga la flotta di bus privati a supporto del trasporto pubblico

Domenica 18 Aprile 2021 di Alberto Rodighiero
Un'aula con distanziamento a Padova

PADOVA - In vista del ritorno a scuola di 107.000 studenti, in tutta la provincia, scatta il potenziamento del trasporto pubblico e ad essere schierati saranno 200 bus turistici. Ormai è partito il conto alla rovescia.

Salvo ripensamenti del governo, di fatto, tra una settimana anche i 38.000 ragazzi delle superiori che, attualmente, a turno, sono ancora in didattica a distanza, sono destinati a tornare tutti in classe.

TRASPORTI DA POTENZIARE
Una circostanza che, a livello provinciale, farà passare i ragazzi che frequentano le scuole di Padova e provincia (dalle elementari alle superiori) dagli attuali 88.000 (di questi 19.000 frequentano le superiori) a 107.000. Un incremento che, per forza di cose, dovrà comportare il potenziamento del trasporto pubblico, in modo particolare quello extraurbano. 
Una sfida che non sembra preoccupare più di tanto il presidente della Provincia, Fabio Bui. «Noi siamo pronti – ha spiegato ieri il numero uno di palazzo Santo Stefano –. Già in occasione della ripartenza dopo le festività natalizie avevamo predisposto un piano tarato sulle presenze negli istituti superiori. Di conseguenza, siamo pronti a mettere in campo i mezzi necessari per far fronte a questa nuova sfida».
Ma, in concreto, quanti bus aggiuntivi, a partire dal 26 aprile potranno essere schierati a supporto del trasporto pubblico locale? Sulla questione, Busitalia Veneto fa sapere che, nei prossimi giorni, ci saranno degli incontri per capire quante forze potranno essere mese in campo. Attualmente a supporto degli autobus e dei pullman di linea circolano 166 mezzi di società private. Mezzi che, una volta rientrati tutti gli studenti in classe, dovrebbero attestarsi attorno a quota 200.

CAUTELA IN PREFETTURA
Sulla questione, però, preferisce essere più che cauto il prefetto Renato Franceschelli. «Per il momento siamo in attesta di indicazioni precise – ha detto ieri Fanceschelli –. Ad esprimesi, infatti, deve essere ancora la Conferenza Stato Regioni. Detto questo, noi a suo tempo avevamo approntato un piano per fare fronte a questa problematica. Che, però, era tarato sulla presenza in classe del 75% de ragazzi, anche se poi non siamo andati oltre il 50%. Bisognerà capire se i numeri che avevamo messo in campo sono ancora sufficienti o vanno rivisti. Le variabili potrebbero essere, infatti, molteplici. Non è obbligatorio, per esempio, che i ragazzi entrino tutti assieme in classe. Si potrebbero ipotizzare ingressi scaglionati. Questo potrebbe essere di grande aiuto per il trasporto pubblico. Sarà necessario capire anche se la Regione stanzierà delle risorse».
Sulla stessa lunghezza d’onda, un po’ attendista, anche il provveditore agli studi Roberto Natale che, in teoria, entro una settimana dovrebbe adeguare centinaia di aule scolastiche alla nuova capienza. «Prima di iniziare qualsiasi ragionamento – ha detto Natale – è fondamentale leggere il decreto che farà seguito all’annuncio del presidente del consiglio. Decreto che dovrebbe essere pubblicato già lunedì prossimo. In modo particolare, bisognerà capire se le indicazioni che arrivano dal governo sono un obbligo inderogabile oppure, come è più plausibile, un obiettivo da raggiungere. Si tratta di un discrimine fondamentale. Anche perché in alcune scuole ci sono gli spazi necessari per garantire il distanziamento sociale, in altre questo potrebbe diventare un grosso problema».

PESSIMISTA L’ASSESSORE
Non nasconde, infine, un certo pessimismo l’assessore alla mobilità Andrea Ragona. «Purtroppo i numeri parlano chiaro – ha scandito l’esponente di Coalizione civica – la suola in presenza al 100% e i mezzi pubblici con una capienza ridotta al 50% sono difficilmente conciliabili. È vero, in città per i ragazzi ci sono meno difficoltà nel raggiungere la scuola con mezzi alternativi. Per quel che riguarda chi abita in provincia, però, la vedo molto dura fare a meno dell’autobus». 
«Chiaramente siano tutti in attesa che ci vengano fornite indicazioni più chiare su come muoverci – ha concluso l’assessore -. Un’idea, però, potrebbe essere quella di abbassare all’80% la presenza in classe alle superiori e di alzare al 60% la capienza dei trasporti pubblici». 

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