Scuole bellunesi "spopolate": l'incubo fusioni e accorpamenti

Giovedì 2 Luglio 2020 di Alessia Trentin
Sempre più banchi vuoti le scuole vengono accorpate
L’EMERGENZA
BELLUNO La provincia si spopola, le scuole si accorpano. È un’equazione che sembra senza via d’uscita quella in cui si trova incagliato il Bellunese. E così, dopo gli accorpamenti in Cadore dello scorso anno, oggi si guarda all’area e agli Istituti Comprensivi di San Gregorio – Santa Giustina – Cesiomaggiore. «I sindaci hanno deciso di intraprendere la strada dell’accorpamento», ha annunciato ieri pomeriggio all’assemblea dei sindaci la consigliera con delega alle scuole Serenella Bogana, che ha sciorinato anche la lista degli altri Comprensivi in difficoltà, sui quali saranno da avviare altrettanti ragionamenti. Quest’anno tocca ai tre comuni della destra Piave, il prossimo a Longarone – Zoldo. Poi si vedrà, certo è che il ritmo con cui il Bellunese perde abitanti, 1000 all’anno e studenti, 400 giovani nei prossimi 10 anni, non lascia troppi dubbi su quale sarà il futuro degli istituti scolastici nel futuro non troppo lontano. 
LA DECISIONE
«La scorsa settimana – ha esordito Bogana all’assemblea – c’è stata una riunione con i sindaci di San Gregorio, Santa Giustina e Cesiomaggiore, hanno deciso di intraprendere la strada dell’accorpamento per la forte sofferenza di Cesiomaggiore che perde due plessi scolastici quest’anno. Attenzione – ha precisato -, questo non significa che la Provincia lavorerà su un dimensionamento scolastico, saranno i sindaci a valutare la situazione caso per caso». 
I NUMERI
E poi la lista nera. Per legge i Comprensivi devono avere almeno 400 studenti, ma sono molti quelli ben al di sotto. Il Comprensivo di Forno di Zoldo ne ha 187, quello di Longarone 389, di Cencenighe 377, di Alleghe 356. In cattive acque anche il Dolomieu, l’alberghiero, di Longarone con i suoi 315 studenti. Un caso anomalo poi, sottolineato dalla consigliera, è quello del Comprensivo di Trichiana che si sostiene in quanto a numeri, sì, ma il Comune non esiste più perché confluito in quello di Borgo Valbelluna. Dai numeri non si scappa, ma possono essere il punto di partenza per ragionamenti mirati. È il messaggio lanciato ieri da Bogana. «Di fronte a questi dati – ha detto – servono serie valutazioni, queste sono le criticità del nostro territorio. Dal mio punto di vista certe situazioni è meglio gestirle piuttosto che subirle». Caso da studiare anche quello di Cortina, dove i ragazzi all’omnicomprensivo verticale sono 490 e all’Istituto Comprensivo 596: dati positivi, ma di fatto il territorio si ritrova con due scuole medie il che, volendo ragionare in termini di ottimizzazione, non è il massimo. 
IL PROBLEMA
«La situazione va monitorata con costanza – ha proseguito il sindaco di Alano, Bogana -, bisognerà iniziare a ragionare sulla scorta dei numeri. In dieci anni perdiamo 400 ragazzi, ma la provincia ogni anno perde ben 1000 abitanti. Lo scorso anno abbiamo lavorato in Cadore, quest’anno in Sinistra Piave e a mio avviso il prossimo nodo da affrontare sarà Forno di Zoldo – Longarone». E poi il problema delle presidenze. Una carenza annosa nel Bellunese, almeno quanto quella dei medici specialisti in ospedale. Su questo tema Bogana ha già formato gruppi di lavoro, perché la questione va oltre la superficie di concorsi vinti da esterni e di scarso appeal della montagna, probabilmente. «Chiediamoci perché qui non abbiamo una continuità didattica – ha dichiarato -, forse i bellunesi non partecipano ai concorsi? È triste perché nelle nostre scuole senza una dirigenza rischia di peggiorare ancora di più tutta l’attività legata alla didattica». Mercoledì prossimo alle 15.30, intanto, è in programma una riunione con i dirigenti nella sala Affreschi di Palazzo Piloni. Lì si deciderà da dove partire e con questo si intendono anche i piccoli interventi necessari per riaprire a settembre.
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci