Sanità, rivolta degli "Oss" trasferiti a Pieve: «Basta, vogliamo tornare a Puos»

Mercoledì 7 Luglio 2021 di Davide Piol
Il trasferimento degli anziani da Puos a Pieve di Cadore

PIEVE DI CADORE - Doppio stato di agitazione alla rsa Marmarole di Pieve di Cadore. Dopo quello proclamato dai dipendenti diretti della Cooperativa Universiis, ieri è stato il turno del personale di Itaca trasferito a Pieve dopo l’allagamento della struttura a Puos d’Alpago. 
«Siamo arrivati a un livello di saturazione massima – spiegano i dipendenti – Dobbiamo ancora capire quando ritorneremo a Puos. Inoltre, siamo sempre meno e non riusciamo a coprire i turni. Vogliamo tranquillità per noi e per gli ospiti». Il malessere all’interno della rsa Marmarole è palpabile. Dopo mesi di incontri e trattative con i sindacati non è cambiato nulla e la struttura è stata tappezzata di bandiere della Uil. Nel frattempo la retta degli ospiti è aumentata. «Ma il servizio è peggiorato – sottolineano gli oss – Non riusciamo a garantire l’assistenza all’ospite. Ci perdiamo in altre faccende che prima non facevamo e la direzione crea inimicizie all’interno del personale. Dicono che siamo un peso». 
I dipendenti di Itaca erano 35. Da quando sono stati trasferiti a Pieve di Cadore il numero è sceso di almeno 10 unità. Alcuni sono fuggiti «perché disperati», altri hanno vinto un concorso altrove, altri ancora sono stati mandati via. Manca l’indennità di disagio, promessa e mai concessa, e i ritmi di lavoro sono insostenibili. «La mia vita – racconta uno dei dipendenti – è solo un lavoro. Faccio più di 10 ore al giorno. A volte esco di casa alle 19 per fare il turno di notte e torno alle 7. Non ho la forza per fare altro e prendo lo stesso stipendio di quando ero a Puos. Tutto il tempo che perdo per far la strada fin lassù non me lo ridà indietro nessuno». 
I dipendenti di Itaca confidano di aver chiesto più volte alla direzione di poter svolgere corsi di formazione per la sicurezza ma, ad oggi, non ne hanno frequentano nemmeno uno. Un altro problema è il cibo per gli ospiti, «scarso e scadente». Dicono, a proposito, gli oss: «Dobbiamo lottare per farlo bastare per tutti. Ad esempio, dovrei dare due mestolini di frullato a ciascun ospite ma a volte ne devo dare uno solo altrimenti alcuni rimangono fuori». Questa situazione ha generato lamentele anche tra gli ospiti, parte dei quali chiede con forza di poter tornare a Puos. «Siamo amareggiati – fa sapere Marianna Pasini di Uil Fp – i dipendenti di Itaca, dopo la sventurata esperienza dell’alluvione, stanno vivendo un disagio psicofisico. Sono invisibili e nulla è stato riconosciuto a livello di indennità di disagio. La nostra proposta, almeno 50 euro lordi al mese in busta paga in più, è rimasta nel limbo. Zero risposte da parte della direzione e le problematiche si sono uniformate a quelle dei diretti dipendenti di Universiis». 
 

Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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