Decine di risparmiatori truffati dalla Gd Consulting: il Tar commissaria il ministero per recuperare 8 milioni

Martedì 11 Aprile 2023 di Olivia Bonetti
Il tribunale di Belluno, dove è stato celebrato il processo Gd Consulting

BELLUNO - «Dovete risarcirci: dove sono i soldi?». La battaglia dei risparmiatori bellunesi truffati dalla Gd Consulting non si ferma e dopo 16 anni non è stata scritta ancora la parola fine alla vicenda. I 25 bellunesi, assistiti dall’avvocato bellunese Corrado Zasso, sono “in guerra” con il Ministero dell’Economia e delle finanze. Da tempo ormai, con ricorsi e controricorsi al Tar, chiedono il risarcimento di un totale di 8 milioni di euro (a tanto ammonta il danno subito) tramite il fondo pubblico per le vittime dei reati finanziari, costituito nel 2005.

Si tratta di un fondo in cui ogni anno confluiscono risorse provenienti da conti dormienti, assegni circolari non incassati, polizze vita prescritte e buoni fruttiferi postali “dimenticati”: soldi girati puntualmente allo Stato, che però in tutti questi anni non ha mai risarcito nessuno. Non solo: non è chiaro nemmeno dove sia finito il fondo. Ora i risparmiatori bellunesi con una sentenza del Tar del Lazio hanno ottenuto un “commissario ad acta” che cercherà quei soldi al Ministero dell’Economia e finanze.

LA VICENDA 
La finanziaria Gd Consulting aveva una sede anche in piazza dei Martiri, costituita nel 1997, ed era una emanazione operativa della “Gd Sa” di Lugano. A capo delle società Addis Melaiu, che è uscito pulito dal processo in Italia, perché graziato dalla prescrizione, e con una lieve condanna senza pene detentive dal giudizio in Svizzera. Ovviamente non ha risarcito nessuna delle 380 parti offese. «E siccome i colpevoli non hanno mai nulla e non si trova nulla per il risarcimento - dice l’avvocato Zasso - non ci siamo fermati e abbiamo bussato allo Stato». 

«NON OPERATIVO»
Ma il fondo, come scoperto in un primo ricorso al Tar del Friuli Venezia Giulia, a 18 anni dalla legge che lo ha istituito non è operativo, e non potrebbe esserlo, perché manca l’attuazione che doveva essere fatta entro 30 giorni. C’era l’obbligo, ricorda il Tar, «di provvedere all’attuazione delle determinazioni di competenza (formulazione della proposta di decreto quanto al Ministero dell’Economia e delle Finanze, adozione del Dpcm quanto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri)». Nella legge si diceva «seguirà quindi un nuovo capitolo per riuscire ad attingere a quelle risorse», che non c’è mai stato. 

LA SENTENZA
E il Tar del Lazio nella sentenza pubblicata a metà marzo, dopo il ricorso dei bellunesi, va giù duro: «Essendo decorso più che largamente il termine ivi previsto (trenta giorni dall’entrata in vigore della disposizione), il ritardo del Ministero nell’adozione e trasmissione della proposta di decreto costituisce inerzia antigiuridica, da stigmatizzare giacché protrattasi in violazione dell’obbligo generale di concludere il procedimento, in attuazione e nel rispetto del temine direttamente fissato ex lege». Ciononostante però secondo il Tar del Lazio i risparmiatori vanno risarciti. Lo dice nella sentenza: «Non osta a tale conclusione la mancata adozione del decreto che ha la mera funzione contabile di ripartizione delle somme destinate alle vittime delle truffe finanziarie rispetto a quelle che alimentano la ricerca scientifica. Anche in assenza di tale decreto, infatti, il Fondo in questione potrebbe (recte: dovrebbe) essere reso operativo».

IL COMMISSARIAMENTO
In conclusione il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda) ha accolto il ricorso dei bellunesi e ordinato che la sentenza sia eseguita, nominando un commissario ad acta per il Ministero. «Di fatto - commenta l’avvocato Zasso - ha commissariato il Ministero delle finanze. Ordina al ministero di provvedere, facendo quello che non hanno mai fatto in tutti questi anni, e nominano un commissario ad acta. Una sentenza del Tar di Roma che è molto lunga e complessa perché hanno dovuto distinguere dove c’era la competenza della politica del ministero, che quindi non può essere toccata dal Tar, e quella non politica su cui si interviene. Come era in questo caso: siccome si tratta di dare esecuzione a una legge non stiamo parlando di competenza politica». 

IL REBUS
Ma ci saranno questi milioni di euro confluiti nel fondo in 18 anni? «In linea teorica i soldi ci sono - riflette l’avvocato Zasso -, ma resta il fatto che il Minsitero per un anno si è difeso con unghie e i denti in maniera a volte assurda: e tutto questo accanimento dà l’idea che sia successo qualcosa a questi soldi. In linea teorica ci sono: la legge è del 2005 sono anni che li stanno raccogliendo». Se ci saranno i risparmiatori bellunesi truffati saranno i primi ad attingervi e avranno fatto da apripista per gli altri.

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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