BELLUNO - La maggioranza che governa a Palazzo Rosso non manca solo di una visione urbanistica, ma di un qualsiasi pensiero sulla città: è sempre il Pd a entrare a gamba tesa. «La dimostrazione? In questo momento - ha spiegato il segretario provinciale Alessandro Del Bianco - il bilancio del capoluogo ha oltre 4 milioni di avanzo libero. Tecnicamente vuol dire che sono soldi non impegnati, per i quali non è stato deciso alcun utilizzo né progetto. Sono soldi chiesti ai cittadini senza utilizzarli. Quattro milioni sono un'enormità e Feltre a questa voce ha solo 40mila euro. Ma nel frattempo la maggioranza ha aumentato tutte le tariffe».
Solidarietà al sindaco De Pellegrin
In apertura della conferenza stampa di ieri il Pd ha di nuovo espresso solidarietà al sindaco De Pellegrin per il macabro volantino apparso a Baldenich: «Noi lo abbiamo fatto, Ma Fratelli d'Italia rimane muta quando di mezzo ci sono i suoi militanti: è accaduto a Feltre con il consigliere Denis Zatta attaccato da Casapound per aver votato il ritiro della cittadinanza onoraria a Mussolini; ed è accaduto a Belluno con Stefani aggredito da Della Vecchia. Che succede? Perché Calligaro e De Carlo non dicono niente? Che problemi hanno a esprimere solidarietà a un loro iscritto». Ieri le consigliere comunali Maria Teresa Cassol e Claudia Bettiol hanno toccato anche altri temi: «La maggioranza dice di essere aperta al dialogo e al confronto e poi non ascolta mai le nostre proposte. Da ultimo è accaduto sulle modifiche che abbiamo chiesto al servizio "Trillo" che abbiamo formulato dopo aver incontrato la gente in diverse assemblee pubbliche, ma si è ripetuto anche con l'interrogazione sulle mense scolastiche».
La questione mense
Paradossale lo svolgersi dei fatti in consiglio: «Le richieste circa le mense erano 4 - ricostruisce Cassol - e hanno accettato la proposta di votarne una alla volta, salvo poi bocciarle tutte. Arrivando a negare anche la proposta che intendeva riaffermare che il sevizio di mensa scolastica è parte integrante del diritto allo studio e non può diventare un fattore di diseguaglianza sociale». E di diseguaglianza sociale si potrebbe parlare davvero nel momento in cui anche chi ha un Isee di 6mila euro è costretto a pagare un pasto 5.40 euro: «Bisogna cambiare il regolamento, ripensare le fasce Isee, guardare cosa fanno le altre città». Così ha chiuso Del Bianco: «È chiaro che votano contro proposte più che condivisibili perché le idee vengono dalla nostra parte politica. Facciano pure, basta che poi in un modo e nell'altro le realizzino. Accadrà così anche sulle mense: saranno costretti a trovare una nuova ditta per la preparazione dei pasti. Nel frattempo, lavorando seriamente, noi qualche risultato lo abbiamo portato a casa sia a Belluno, sia a Feltre, sia in Provincia, per esempio sull'Alemagna».