Lane Perkins è arrivato al confine tra Ucraina e Polonia la scorsa settimana, facendosi largo tra automobili e bus stipati di profughi provenienti da ovest. Ambulanze e combattenti stranieri, come lui, si sono avventurati a est, verso il fronte più caldo. A sud, vicino al confine dell'Ucraina con la Romania, Zachary Burgart e Mark Turner hanno concluso una missione di sei giorni iniziata con la consegna di forniture mediche, che però ha preso una svolta inaspettata quando le autorità, sospettando che i due americani fossero sabotatori russi, li hanno arrestati e interrogati. Sono solo alcune delle testimonianze raccolte dal Washington Post della grande ondata di veterani militari Usa che, nonostante gli avvertimenti dell'amministrazione Biden, si sono uniti alla resistenza ucraina.
L'esercito parallelo
Alcuni, come Perkins, vogliono affrontare direttamente l'esercito di Putin. Altri, tra cui Burgart e Turner, hanno offerto addestramento militare e di primo soccorso, trasportando forniture umanitarie e stabilendo contatti per futuri volontari statunitensi. «Questa», ha detto Perkins, un veterano della Marina che risiede a San Diego, «è una causa nobile». Mentre il presidente Biden ha affermato ripetutamente che le sue truppe non saranno trascinate nel conflitto, il governo del presidente Volodymyr Zelensky ha reclutato veterani militari occidentali per rafforzare la sua neonata Legione internazionale di difesa territoriale dell'Ucraina.
Si stima che circa 20.000 stranieri hanno espresso interesse nell'iniziativa.
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