Sergey ha 69 anni e arriva da Karkiv. È in sedia a rotelle e ha raggiunto Leopoli in treno insieme alla moglie Ludmilla, che di anni ne ha 65 anni. Ad accompagnarli, il figlio Vlady. Lui non può partire: è rimasto in Ucraina a combattere, ma ha fatto di tutto per mettere in salvo i genitori malati. «È un grande dolore salutarli, ma anche un grande sollievo», ha detto affidandoli ai volontari della Croce Rossa italiana, che hanno coordinato la prima evacuazione dall’Ucraina all’Italia dei profughi in fuga dalle bombe russe.
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Ucraina, Croce Rossa completa evacuazione di 80 persone fragili da Leopoli
«Spero che mia figlia possa riprendere la scuola presto», dice invece Lida, 38 anni. Faceva la commessa vicino a Karkiv.
Un centinaio di persone sono state soccorse in un ospedale che si trova a Sykhivskyi, nella parte meridionale di Leopoli. Ma gli ucraini messi in salvo provengono anche da molte altre città: Kharkiv, Dnipro, Lutsk, Kiev. Sono persone fragili, bambini, anziani disabili. A condurre la missione è stato Ignazio Schintu, direttore Operazioni, emergenze e soccorsi della Cri. «Nessuno di noi era pronto a una cosa del genere, ma ci stiamo muovendo. Le persone hanno bisogno di fiducia, queste operazioni possono aiutare a riprendere quantomeno la vita normale», ha spiegato.