Un imbarazzante quanto potenzialmente pericoloso errore di battitura è stato compiuto dai funzionari del ministero della Difesa britannico che hanno inviato verso il Mali, Paese alleato della Russia di Vladimir Putin, una serie di email contenenti documenti riservati destinati al Pentagono, per di più in un momento di massima tensione per la guerra in Ucraina.
In molti nel digitare l'indirizzo del destinatario hanno scritto «.ml», il dominio di primo livello nazionale dello Stato africano, al posto di «.mil», l'estensione utilizzata dalle forze armate americane.
L'inchiesta
È stata avviata una inchiesta interna per far luce sull'accaduto, come ha affermato un portavoce della Difesa, ed è stato garantito che i messaggi inviati per sbaglio in un numero limitato «non contenevano» alcuna informazione capace di «compromettere la sicurezza operativa o dati tecnici», in quanto le comunicazioni importanti avvengono attraverso sistemi informatici dedicati, e quindi molto più sicuri. Pur trattandosi di indirizzi errati c'è sempre comunque il rischio che documenti riservati finiscano in mani sbagliate, considerando i rapporti tra il Mali e Mosca, in particolare dopo che il governo di Bamako ha aperto le porte ai mercenari del gruppo Wagner subentrato ai contingenti militari francese e britannico.
I segreti rivelati
Secondo il Times, quanto trasmesso dai funzionari di Londra riguardava in gran parte informazioni banali, come i periodi di vacanza di chi lavora al ministero della Difesa e al Foreign Office, ma c'erano anche descrizioni dettagliate delle ricerche condotte dai britannici sui missili ipersonici, che la Russia ha utilizzato nel conflitto in Ucraina. Quanto successo nel Regno appare comunque molto limitato rispetto alla vastità del caso negli Usa.
Gli errori
Oltreoceano infatti gli errori di battitura si sono ripetuti per lungo tempo e in modo sistematico: sono stati inviati milioni di messaggi con destinazione Mali contenenti informazioni altamente sensibili, inclusi documenti diplomatici, dichiarazioni dei redditi, password e dettagli di viaggio di alti ufficiali. Il primo ad accorgersene di questo flusso del tutto anomalo era stato Johannes Zuurbier, un imprenditore olandese del web, incaricato dal Mali di gestire il dominio nazionale «.ml». Nonostante i ripetuti avvertimenti da lui inviati alle autorità di Washington era stato per anni ignorato. In un ultimo sforzo per evidenziare la gravità del problema, prima che il suo contratto con il Paese africano scadesse all'inizio di questa settimana, ha lanciato un nuovo avvertimento ripreso anche dai media britannici. Negli Usa intanto qualcosa si è mosso e sono stati impostati dei filtri per bloccare gli invii di posta elettronica al dominio '.ml', a prova quindi di errore di digitazione. Lo sbaglio però può essere sempre fatto dalle società esterne che gestiscono gli appalti del Pentagono.