Mosca ha dichiarato il cessate il fuoco aprendo sei corridoi umanitari per permettere l'evacuazione della popolazione, ma solo in direzione della Russia Meridionale e della Bielorussia. Una soluzione che l'Ucraina ha respinto, definendola «immorale».
«Corridoi umanitari immorali», ecco perché
«Questa - ha detto un portavoce del presidente ucraino Zelensky, secondo quanto riporta la Bbc - è una storia completamente immorale. La sofferenza delle persone viene utilizzata per creare l'immagine televisiva desiderata». Senza contare che, secondo quanto ha riferito un operatore della Croce Rossa internazionale alla Bbc, i percorsi per l'evacuazione dei civili ucraini da Mariupol sono minati. Dopo un'altra notte di bombardamenti su quasi tutto il paese, con vittime documentate sia fra i militari, sia fra i civili, la Russia sta continuando ad ammassare truppe e mezzi militari alle porte di Kiev, in previsione di un attacco alla capitale. Fra le vittime, Yuri Illich Prylypko, sindaco di Gostomel, cittadina vicina a Kiev e sede dell'aeroporto strategico Antonov, già teatro di scontri. A quanto riferisce il municipio su Facebook, è stato raggiunto da uno sparo «mentre distribuiva il pane agli affamati e medicine ai malati».
Alle 15 di Mosca (le 13 italiane) dovrebbe cominciare nella foresta di Belovezhskaya Pushcha, nella regione di Brest in Bielorussia, dove si sono svolti anche i primi due negoziati, il terzo round dei colloqui fra la delegazione russa e quella ucraina. Colloqui che vengono seguiti con grande attenzione dalle diplomazie di tutti i paesi del mondo, compresa ovviamente l'Italia: per stasera è prevista una telefonata fra il premier Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Si muove anche la Cina, che assicura amicizia con la Russia, ma si dice pronta a svolgere un ruolo di mediazione. Si cominciano anche a delineare le dimensioni della questione umanitaria dei profughi e dei rifugiati che scappano dalla guerra. Secondo l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, il numero delle persone che sono fuggite dall'Ucraina dallo scorso 24 febbraio è salito a 1,7 milioni, un milione dei quali è già arrivato in Polonia. Se i bombardamenti dovessero continuare, secondo l'alto rappresentane dell'Unione Europea Josep Borrell, ci si possono aspettare 5 milioni di rifugiati.