Taiwan, 103 aerei da guerra cinesi nei cieli dell'isola. Taipei: «Azione unilaterale distruttiva»

Si tratta del numero più alto di violazioni dello spazio aereo mai registrato in oltre due anni di monitoraggi

Lunedì 18 Settembre 2023
Taiwan, 103 aerei da guerra cinesi nei cieli dell'isola. Taipei: «Azione unilaterale distruttiva»

Sale la tensione tra Taiwan e Cina.

Il ministero della Difesa taiwanese ha annunciato di avere rilevato 103 aerei da guerra dell’esercito cinese, tra cui caccia J-10 e J-16, nelle vicinanze dell’isola, di fatto indipendente ma considerata da Pechino una «provincia ribelle» da «riunificare». Si tratta del numero più alto di violazioni dello spazio aereo rivendicato da Taipei, che stigmatizza le azioni come «unilaterali e distruttive».

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«Sfida seria»

A dare l’annuncio è stato il ministero della Difesa sulla sua pagina web. «Sono stati rilevati un totale di 103 voli sul mare, il che rappresenta un grande, recente aumento e ha causato gravi conseguenze per la sicurezza dello Stretto di Taiwan e della regione. Una sfida seria», la dichiarazione ufficiale. I voli degli aerei da guerra cinesi, effettuati attorno a Taiwan nelle scorse 24 ore, rappresentano il numero più alto mai registrato in oltre due anni di monitoraggi quotidiani, malgrado il ministero si limiti a definirli «recenti massimi» pur ammettendo che l’iniziativa è causa di «sfide impegnative» alla sicurezza nei rapporti attraverso lo Stretto di Taiwan. I ripetuti atti militari di Pechino «possono facilmente portare alla brusca impennata delle tensioni e peggiorare lo stato della sicurezza regionale», ha notato il ministero, invitando la Cina a «fermare immediatamente le azioni distruttive unilaterali». La maxi prova di forza dell’Esercito popolare di liberazione, tra l’altro, è stata lanciata mentre a Malta il capo della diplomazia cinese e del Partito comunista Wang Yi era impegnato nel secondo giorno di colloqui con il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, finalizzati a stabilizzare i rapporti bilaterali e a preparare un possibile vertice tra i rispettivi presidenti. La questione Taipei era stata presentata da Wang come «la prima linea rossa insormontabile nelle relazioni sino-americane: gli Usa devono attenersi ai tre comunicati congiunti e attuare l’impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan», secondo una nota della diplomazia di Pechino.

Blocco aereo

Dei 103 aerei segnalati, 40 hanno attraversato la linea mediana dello Stetto di Taiwan o sono entrati nella zona di identificazione di difesa aerea a sudest dell’isola, simulando una sorta di blocco aereo. Il ministero della Difesa, che ha avvistato anche 9 navi da guerra cinesi, ha replicato mobilitando l’Aeronautica e la Marina per seguire gli sviluppi della situazione, oltre ai sistemi missilistici di difesa di terra. Nel fine settimana i media statali di Pechino hanno ufficializzato il ciclo di esercitazioni militari navali (11-15 settembre) che hanno coinvolto la portaerei Shandong e altre decine di navi da guerra. Durante la missione dalla Shandong sono stati effettuati circa 40 decolli di aerei da combattimento e 20 di elicotteri, stando al conteggio del ministero della Difesa giapponese. Le autorità di Taiwan hanno sottolineato che la pace e la stabilità nell’area sono strettamente legate alla sicurezza, alla prosperità e al benessere della regione indo-pacifica. «La continuazione delle aggressioni militari da parte dell’esercito comunista può facilmente portare a un forte aumento della tensione e a un peggioramento della sicurezza regionale. Chiediamo alle autorità di Pechino di assumersi le proprie responsabilità e di porre immediatamente fine a tali azioni», ha rimarcato nella nota.

Escalation

Pechino, scrive il Washington Post, intensifica le minacce contro la democrazia dell’isola. Un’escalation che arriva dopo i colloqui tra Wang Yi e Jake Sullivan e in attesa dell’incontro tra il vice presidente cinese Han Zheng e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. «Taiwan fa parte della Cina», ha ripetuto la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning. «In passato quando le incursioni registravano nuovi massimi era solitamente in risposta a un evento specifico», ma «questa volta» quanto avvenuto «non sembra essere in risposta a nulla», ha commentato Shu Hsiao-huang, dell’Istituto per la difesa nazionale e la ricerca sulla sicurezza di Taiwan. Secondo Shu, la stagione dei tifoni potrebbe avere impedito ai militari cinesi simili manovre nei giorni scorsi oppure si tratta di esercitazioni. Per Lin Ying-yu, docente alla Tamkang University di Taiwan, i cinesi «stanno cercando di creare una nuova normalità per affermare che non hanno bisogno di motivi particolari», ma «possono mostrare in qualsiasi momento la loro potenza militare». L’obiettivo è «esercitare una pressione costante sul perimetro di Taiwan» e ciò che «intendono comunicare è che possono bloccare Taiwan in qualsiasi momento, se lo vogliono».

Linea mediana

Stando alle autorità di Taipei 40 velivoli sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea dell’isola (Adiz) superando la cosiddetta linea mediana, una sorta di confine marittimo non ufficiale tra l’isola e la Cina che per anni ha contribuito a mantenere la stabilità nello Stretto di Taiwan. Ma Pechino ignora la linea mediana - «Non esiste una linea mediana», ha ribadito la portavoce della diplomazia cinese - e con quelle note come tattiche “gray-zone” intende logorare e intimidire i militari di Taiwan. Nell’agosto dello scorso anno dopo la visita a Taipei di Nancy Pelosi, allora speaker della Camera Usa, la Cina diede il via a imponenti manovre militari e da allora, evidenzia il Washington Post, ha creato questa «nuova normalità» con velivoli militari che superano regolarmente la linea mediana. Quanto accaduto nelle ultime ore per Taipei implica «sfide importanti» per la sicurezza nello Stretto di Taiwan. Il ministero della Difesa dell’isola afferma che alcuni velivoli hanno superato la linea mediana e poi proseguito verso il Canale di Bashi, dove lunedì scorso è stata segnalata la presenza della portaerei cinese Shandogn, isolando potenzialmente Taiwan dalle Filippine. Qui, evidenzia il Post, gli Usa avranno presto accesso a nuove basi militari.

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