Putin pronto a usare armi nucleari? «Mosca vuole colpire uno dei Paesi che sostengono Kiev per spaventare la Nato»

Il presidente russo ha visitato Kaliningrad, exclave situata fra Polonia e Lituania. Ma «questo non è un messaggio alla Nato», ha tenuto a sottolineare il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Alessio Esposito
Putin pronto a usare armi nucleari? «Mosca vuole colpire uno dei Paesi che hanno sostenuto Kiev per spaventare la Nato»

Le pesanti perdite sul campo di battaglia stanno diventando un problema per Putin. Il presidente russo sta quindi prendendo in considerazione, in maniera sempre più convinta, l'utilizzo di armi tattiche nucleari. L'obiettivo, secondo un report dell'IISS (International Institute for Strategic Studies), sarebbe quello di scoraggiare la Nato: un deterrente, quindi, più che una vera arma da utilizzare su larga scala. Ma comunque una seria minaccia per la sicurezza dell'Ucraina e degli altri Paesi occidentali.

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Le perdite in Ucraina spingono Putin verso le armi tattiche nucleari

Un rapporto declassificato dell'intelligence statunitense, a quasi due anni dall'inizio della cosiddetta "operazione speciale", stima che la Russia abbia perso circa 315.000 soldati in Ucraina, quasi il 90% del suo esercito prebellico. Gran parte di queste perdite è imputabile alle armi donate dall'Occidente a Kiev.

«La Russia ora ha meno fiducia nelle proprie capacità convenzionali a causa di tutto ciò che ha perso nella guerra in Ucraina», ha affermato William Alberque, autore del report IISS e direttore della strategia, della tecnologia e del controllo degli armamenti dell'istituto. Ciò significa che le armi atomiche a corto raggio di Mosca, note come armi nucleari non strategiche (Nsnw), stanno diventando una risorsa sempre più concreta per il Cremlino.

«Mosca ha missili a corto e medio raggio, lanciati da aria, terra e mare, in grado di trasportare testate nucleari in tutto il teatro e in grado di mettere a rischio tutta la Nato. La stessa Nato non dispone di una sorta di capacità di controbilanciamento per eguagliare la minaccia russa», ha spiegato Alberque.

«Mosca vuole colpire uno dei Paesi che sostengono Kiev per spaventare la Nato»

Il rapporto dell'IISS evidenzia anche un documento pubblicato a giugno dall'analista politico e militare russo di alto profilo Sergei Karaganov, capo del Consiglio per la politica estera e di difesa a Mosca, in cui auspicava un attacco nucleare tattico contro uno degli stati europei che sostengono l'Ucraina, al fine di ripristinare la deterrenza contro la Nato.

Nel documento, intitolato “Una decisione difficile ma necessaria”, Karaganov scrive: «È necessario risvegliare l’istinto di autoconservazione che l’Occidente ha perso e convincerlo che i suoi tentativi di logorare la Russia armando gli ucraini sono controproducenti per l’Occidente.

Dovremo rendere la deterrenza nucleare ancora una volta un argomento convincente abbassando la soglia per l’uso delle armi nucleari».

«Moralmente, questa è una scelta terribile poiché utilizzeremo l'arma di Dio, condannandoci così a gravi perdite spirituali. Ma se non lo facciamo, non solo la Russia potrebbe morire, ma molto probabilmente l’intera civiltà umana cesserà di esistere. Spezzando la volontà dell’Occidente di continuare l’aggressione, non solo salveremo noi stessi e finalmente libereremo il mondo dal giogo occidentale durato cinque secoli, ma salveremo anche l’umanità», ha scritto Karaganov.

Alberque nota che molti altri noti scienziati politici in Russia si sono impegnati in questo dibattito sul nucleare dopo la pubblicazione dell'articolo di Karaganov. Il parere di quest'ultimo, rivela Alberque, è tenuto in grande considerazione dal presidente russo Putin.

La deterrenza

Mosca ritiene che la Nato non abbia la determinazione per rispondere con le proprie armi nucleari, secondo il rapporto dell’IISS, secondo cui sarà vitale per l'Occidente ricalibrare la propria deterrenza. «Dobbiamo introdurre gli stessi sistemi (Nnsnw)? Oppure eliminiamo le opzioni russe dal tavolo attraverso una migliore integrazione delle difese aeree e missilistiche? Queste sono le cose che dobbiamo capire. Questo è un nuovo dilemma. O un dilemma, dovrei dire, che abbiamo ignorato per troppo tempo», ha concluso Alberque.

Putin a Kaliningrad

Vladimir Putin è stato oggi (25 gennaio) a Kaliningrad, exclave russa situata tra la Polonia e la Lituania. La visita avviene al picco delle tensioni tra la Russia e la Nato, che questa settimana avvia la più grande esercitazione militare dai tempi della Guerra Fredda. Ma «questo non è un messaggio alla Nato», ha tenuto a sottolineare il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

«Quando il presidente visita le regioni della Federazione Russa - ha sottolineato Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti - non è un messaggio per i Paesi della Nato. Questa è la cosa principale che fa il presidente, e la cosa principale non è inviare messaggi, ma quello che sta facendo da molti anni, cioè lavorare per lo sviluppo del Paese e delle nostre regioni». Tra gli impegni di Putin vi è un incontro con gli studenti dell'Università Immanuel Kant, intitolata al filosofo che nacque e visse tutta la vita nella città di Koenigsberg, a quel tempo capitale della Prussia orientale, ribattezzata Kaliningrad con l'annessione all'Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale.

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA