È tutto pronto per il matrimonio della 28enne Ayako, terzogenita del cugino dell'imperatore Akihito, il principe Takamado deceduto nel 2002, e della consorte Hisako. Che per questo amore rinuncerà al trono. Il fidanzato di Ayako, il 32enne Kei Moriya, è un impiegato in una società di spedizioni ed è orfano di padre. Malgrado le disparità di ceto i due hanno affermato di essere rimasti folgorati già al primo incontro, organizzato appena lo scorso dicembre dalla madre della principessa, amica della famiglia del futuro consorte.
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«La distanza a livello psicologico tra noi due si è ridotta da subito in modo assolutamente spontaneo», aveva spiegato durante la conferenza ufficiale di presentazione di inizio luglio Kei, probabilmente a causa delle simili dinamiche familiari.
Malgrado la drastica variazione demografica nulla fa pensare ad una modifica dello statuto imperiale o a una proposta dell'esecutivo in tal senso. L'imperatore 84enne completerà intanto il processo di abdicazione dal trono del Crisantemo il prossimo 30 aprile a favore del figlio primogenito, il principe della corona Naruhito. Con la decisione di Ayako, da inizio millennio sono tre le principesse che hanno rinunciato agli emblemi reali per preservare la propria sfera affettiva, non regolata da un'usanza che non è più al passo con i tempi: nel 2005 la principessa Sayako, unica figlia femmina della coppia imperiale dovette cambiare nome; al pari della principessa Noriko, sorella maggiore di Ayako, anche essa costretta ad abbandonare ogni correlazione con i titoli del palazzo imperiale. È invece ancora in fase di preparazione il matrimonio di Mako, la nipote primogenita dell'imperatore, e la più conosciuta tra le principesse di corte, che lo scorso settembre aveva annunciato in pompa magna le nozze nella primavera di quest'anno - anche lei con un borghese - per poi rivedere il piano a causa degli errori di valutazione commessi nei preparativi della cerimonia. Anche in questo caso Mako, al pari di Ayako, dovrà rinunciare ai suoi titoli e prerogative imperiali e convertirsi a una vita più ordinaria. Ma con ogni probabilità, al pari delle origini del rango, altrettanto nobile.