Nucleare, chi ha più testate? Oltre 12mila in tutto il mondo, 86 in più dall'anno scorso. La nuova corsa agli armamenti (con l'impennata della Cina)

Secondo il gruppo di esperti si stima che ora ci siano circa 12.512 testate a livello globale, di cui 9.576 scorte militari pronte all'uso, 86 in più rispetto a un anno fa. Di queste 3.844 siano dispiegate con missili e aerei operativi, ovvero “parcheggiati” in basi che ospitano bombardieri nucleari.

Lunedì 12 Giugno 2023 di Silvia Sfregola
Il missile intercontinentale balistico Yars armato con una testata nucleare

Novemilacinquecentosettantasei testate nucleari pronte all'uso equivalenti a oltre “135.000 bombe di Hiroshima”. Mentre la guerra tra RussiaUcraina si avvia verso un'escalation imprevedibile riparte la corsa agli armamenti e aumentano le armi nucleari nel mondo.

In testa alla classifica ci sono Cina e Russia, che possiede il più grande arsenale mondiale (5.889 testate operative), ma nell'elenco compaiono anche Stati Uniti, Regno Unito, Francia, India, Pakistan e Corea del Nord.

Il presidente russo Vladimir Putin, venerdì scorso, ha fornito la tempistica del nuovo dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia già annunciato, un segnale preciso del nuovo corso del conflitto già avviato. «Tutto sta andando secondo i piani» ha dichiarato lo Zar parlando a Sochi con l'omologo bielorusso Lukashenko. «Il 7 e l'8 luglio la preparazione delle strutture sarà completata e inizieremo immediatamente le attività relative al dispiegamento delle armi sul vostro territorio».

Secondo il quotidiano britannico The Guardian, che cita il rapporto di un importante Think Tank, lo “Stockholm International Peace Research Institute” (Sipri), il numero di armi nucleari operative negli arsenali delle maggiori potenze militari è di nuovo in aumento: «Il mondo sta andando alla deriva in uno dei periodi più pericolosi della storia umana» hanno dichiarato allarmati gli analisti. «È imperativo che i governi del mondo trovino il modo di cooperare per calmare le tensioni geopolitiche e rallentare la corsa agli armamenti - ha detto il direttore del Sipri Dan Smith - per affrontare le conseguenze sempre più gravi del degrado ambientale e dell'aumento della fame nel mondo».

Chi possiede le armi nucleari


Secondo il gruppo di esperti si stima che ora ci siano circa 12.512 testate a livello globale, di cui 9.576 scorte militari pronte all'uso, 86 in più rispetto a un anno fa. Di queste 3.844 siano dispiegate con missili e aerei operativi, ovvero “parcheggiati” in basi che ospitano bombardieri nucleari. Per l'Istituto internazionale svedese 60 nuove testate sarebbero detenute dalla Cina. Le altre nuove armi dalla Russia (12), dal Pakistan (5), dalla Corea del Nord (5) e dall'India (4). 

«L'incremento delle armi - sottolinea The Guardian - arriva nonostante una dichiarazione nel 2021 dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) secondo cui la guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta». Russia e Stati Uniti insieme possiedono quasi il 90% di tutte le armi nucleari a livello mondiale.

L'impennata della Cina


Secondo l'Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma sarebbe però difficile avere un quadro chiaro e completo della situazione perché da quando la Russia ha invaso l'Ucraina un certo numero di Paesi - la stessa Russia ma anche gli Stati Uniti - ha ridotto il livello di informazioni.

Si ritiene però che la Cina, terza potenza nucleare mondiale, abbia aumentato in un anno il numero di testate da 350, nel gennaio 2022, a 410, nel gennaio 2023, e la previsione è che l'arsenale sia destinato a crescere ma non a superare quello di Stati Uniti e Russia. «Nel 2021 - scrive The Guardian - le immagini satellitari commerciali hanno rivelato che la Cina aveva avviato la costruzione di centinaia di nuovi silos missilistici nel nord del suo territorio». «La Cina ha avviato una significativa espansione del suo arsenale nucleare» ha spiegato un esperto del Sipri citato dal quotidiano britannico. «È sempre più difficile far quadrare questa tendenza con l'obiettivo dichiarato della Cina di avere solo le forze nucleari minime necessarie per mantenere la propria sicurezza nazionale».

Gli altri Paesi


La Francia (290) e il Regno Unito (225) sono le seconde maggiori potenze nucleari del mondo e si prevede che l'arsenale operativo britannico crescerà ulteriormente visto l'aumento dei limiti fino a 260 testate. «Delle 225 testate britanniche» scrive The Guardian citando il rapporto del Sipri «si dice che 120 siano operativamente disponibili per la consegna da parte di missili balistici lanciati da sottomarini (SLBM) Trident II D5, con circa 40 trasportati su un sottomarino con missili balistici a propulsione nucleare (SSBN) che è di pattuglia a sempre».

In ogni caso il governo del Regno Unito ha fatto sapere che non rivelerà più pubblicamente il numero di armi nucleari, testate o missili dispiegati a causa dell'escalation in corso. In realtà la nuova politica di Londra, che rompe con la cooperazione, segue il cammino pericoloso già solcato dalla Russia dopo la sospensione del trattato “New Start”, il New Strategic Arms Reduction Treaty che prevedeva la riduzione delle armi nucleari e che Federazione Russa e Stati Uniti avevano firmato a Praga l'8 aprile del 2010.

Rischio conflitto nucleare mondiale


Il conflitto tra Mosca e Kiev si trascina ormai da 14 mesi e, in questo periodo, non è mai mancata la paura che la guerra potesse allargarsi fino a coinvolgere altri Paesi e a diventare globale. Dal primo giorno dell’invasione il presidente russo Putin aveva detto: «Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire in Ucraina sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto. Spero di essere ascoltato». Una minaccia che il Cremlino ha continuato a  ripetere in ogni fase del conflitto in Ucraina, anche attraverso figure molto vicine allo Zar. Di fronte alla possibilità che Mosca decida davvero di utilizzare armi atomiche, finora gli Stati Uniti si sono trincerati dietro la cosiddetta “ambiguità strategica”, quella già applicata nei confronti della Cina riguardo a Taiwan: ovvero hanno promesso una risposta, senza mai specificare quale. Di fatto però, oggi, il numero di armi nucleari a disposizione delle maggiori potenze sta crescendo e il temuto conflitto nucleare appare sempre più vicino.

Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 14:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA