Il cuore oltre l'ostacolo. O, meglio, oltre il confine. La decisione di avviare il negoziato per l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea segna la svolta nel rapporto tra Kiev e Bruxelles, e approfondisce il solco tra Europa e Russia. È un messaggio potente a Putin, che ha appena finito di parlare per 4 ore ai giornalisti, a Mosca, sostenendo che è «quasi finito» l'appoggio dell'Occidente all'Ucraina, e che le forniture di armi stanno per esaurirsi.
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DAL 2014
I contrasti con Mosca, del resto, erano cominciati ancora prima, nel 2014, con la scelta di allargare la Nato all'Ucraina, sullo sfondo dell'adesione europea. Putin non aveva appena detto, ieri, che Russia e Ucraina sono un solo Paese e questa è una guerra civile in cui si confrontano dei fratelli? E ha aggiunto che Odessa, che al termine del percorso sarà una città anche formalmente europea, è in realtà russa "da sempre". La contrapposizione tra il sogno europeo di Kiev e la visione imperiale della Russia putiniana non poteva essere più netta. Tanto più che in contemporanea col botta e risposta tra lo Zar e i giornalisti (pure occidentali), il segretario generale della Nato, Stoltenberg, avvertiva che se Putin vincerà la guerra, «non si fermerà» a Kiev. Non a caso, ieri lo Zar ha sottolineato che l'Ucraina ha tolto il primato negativo di Paese più povero del continente alla Moldova, anch'essa in procinto di entrare nell'Unione.Sul terreno cambia poco, certo l'Europa oggi è più coinvolta nel conflitto, perché a essere sotto attacco e in parte occupato è un potenziale partner, anche se tra molti anni. E non è da poco il fatto che la difesa dell'Europa, militarmente, non è affidata alla Ue, che non ha un'autonomia propria, ma alla Nato. Proprio ieri un drone russo è caduto in Romania, per quanto i vertici dell'Alleanza si siano affrettati a precisare che non si è trattato di un atto deliberato. Ma non è la prima volta che viene violato lo spazio aereo di Paesi alleati. Per Zelensky, l'annuncio di Bruxelles è comunque una boccata d'ossigeno nella guerra dei nervi con Putin, una spinta psicologica alla già forte motivazione dei combattenti ucraini attestati lungo i duemila chilometri di fronte, in un conflitto che è d'attrito, congelato e sospeso dall'inverno, con oltre 600mila tra regolari e riservisti che lo Zar sostiene di avere ancora in Ucraina.