«Sono convinto che Putin abbia preso la decisione di invadere l’Ucraina», ha annunciato il presidente Usa Joe Biden parlando alla nazione al termine della conferenza con gli altri capi di Stato e di governo dei Paesi alleati. E quando gli è stato chiesto se dunque sia chiusa la porta alla diplomazia, ha risposto: «C’è sempre spazio per la diplomazia, fino a quando Mosca non attacca».
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I FRONTI
Sebbene la Russia abbia continuamente negato i piani di guerra, da mesi ha spostato attrezzature militari, truppe, attrezzature mediche e persino riserve di sangue per le trasfusioni ai feriti in località vicino all’Ucraina nella Russia occidentale, in Crimea e in Bielorussia. L’esercito ucraino è inferiore a quasi tutti i livelli a quello del nemico e per gli osservatori internazionali l’ex territorio sovietico non avrebbe alcuna possibilità in caso di invasione della Russia. Questo però non significa che gli uomini si sottrarrebbero ai combattimenti e non siano in grado di infliggere perdite agli invasori. Un’analisi pubblicata da Insider spiega che esistono diversi potenziali percorsi di attacco che la Russia potrebbe attuare, in più fasi o simultaneamente. Un rapporto pubblicato dal Centro per gli studi strategici e internazionali (Csis) rivela che la Russia potrebbe colpire da nord, sia dal proprio territorio che dalla Bielorussia, dalla Russia occidentale attraverso l’Ucraina orientale e a sud dalla Crimea. Venerdì il presidente Biden ha dichiarato venerdì che gli Stati Uniti ritengono che Mosca «prenderà di mira la capitale ucraina Kiev, una città di 2,8 milioni di persone innocenti», rimarcando come è sua opinione che Vladimir Putin abbia già preso la decisione di invadere. La Russia potrebbe avanzare verso Kiev attraverso rotte vicino a Novye Yurkovichi e Troebortno, secondo il Csis. Ed è anche possibile che usi come testa di ponte la Bielorussia, dove le forze russe hanno condotto esercitazioni congiunte con i loro partner. Questo potrebbe essere il punto di partenza dell’invasione dell’Ucraina. L’esercito russo potrebbe anche attaccare dalla Russia occidentale lungo una rotta centrale che in parte attraverserebbe le regioni controllate dai separatisti sostenuti da Mosca, ma non è escluso che si spinga ancora più in profondità in Ucraina da sud partendo dalla Crimea, un territorio che la Russia ha annesso nel 2014 a seguito di un’invasione dell’Ucraina.
MOBILITAZIONE GENERALE
La diplomazia internazionale è mobilitata, nella convinzione che sia ancora possibile dare un’opportunità alla pace, ma in Donbass la situazione è sempre più critica mentre il leader dell’autoproclamata repubblica filorussa di Lugansk, poco dopo il suo omologo di Donetsk, ha proclamato la «mobilitazione generale» sul suo territorio. Migliaia di persone sono in coda lungo il confine con la Russia, donne e bambini hanno preso gli autobus messi a disposizione per lasciare l’Ucraina. Secondo quanto ha riportato l’agenzia Tass, il ministro per le emergenze dell’autoproclamata repubblica di Luhansk, Yevgeny Katsavalov, ha spiegato che in 25.000 hanno abbandonato e altre 10.000 persone lasceranno l’area. «Circa 25.000 hanno passato il confine con i loro mezzi - ha affermato - È in fase di organizzazione un convoglio organizzato per il trasferimento di 10.000 persone». Fin dalla mattina, segnala l’agenzia Ria Novosti pubblicando anche le prime immagini della fila di bus, si è formata una colonna di autobus all’uscita di Donetsk per l’evacuazione dei residenti, che sarebbe già iniziata dalle prime ore della giornata.