Allarme guerra ibrida e disinformazione, attacchi di potenze straniere per piegare l’esito del voto e modellare l’opinione pubblica.
Rischi
Ci saranno le elezioni europee, che decideranno gli equilibri della Ue, mentre a novembre gli Usa sceglieranno il presidente per i prossimi quattro anni. Di fronte a questo scenario la relazione annuale dell’intelligence, presentata ieri, lancia l’allarme: dobbiamo preoccuparci non solo delle guerra in corso, quelle in cui muoiono persone in carne ed ossa, ma anche di quelle ibride, fatte a colpi di disinformazione, da cui si potranno decidere anche gli esiti delle prime. E in questo Mosca è particolarmente attiva con «campagne cyber malevole nei confronti dell’Occidente portate avanti da gruppi pro Russia in danno di quei paesi che supportano Kiev. Tali attacchi hanno natura sia spionistica che dimostrativa, in risposta all’appoggio politico, militare e diplomatico all’Ucraina». Il futuro prossimo, ma forse sarebbe meglio dire il presente, propone una minaccia ancora più insidiosa: l’Ai, l’intelligenza artificiale, renderà più facile creare audio e video credibili ma fasulli, in cui distinguere tra vero e falso sarà (anzi è) quasi impossibile. Si legge nell’analisi del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza): «Nel 2023 gli apparati di informazione legati al Cremlino hanno continuato a operare all’interno del dominio dell’informazione per minare la coesione europea e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sia nazionali che dell’Unione europea e dell’Alleanza Atlantica. Dopo il blocco imposto dall’Ue alle attività di media russi, come Rt e Sputnik, e l’adozione di politiche più stringenti a contrasto della disinformazione e della propaganda di Mosca, quest’ultima ha potuto contare sull’appoggio di network mediatici di paesi terzi per promuove le proprie narrative ampliando, allo stesso tempo, la propria capacità di coordinamento a livello internazionale».
Troll e oltre
Uno dei cavalli di battaglia dei troll e della disinformazione russa è la colpevolizzazione della Nato per l’aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina. Zelensky ha preannunciato una lista di propagandisti al soldo del Cremlino operativi in Italia. Su questo, nel corso della presentazione della relazione dei servizi segreti, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dice: «Quando arriverà l’elenco, lo esamineremo, nel nostro quadro conoscitivo che è già ricco e consolidato». Mantovano propone un esempio di un recente e maldestro tentativo russo di disinformazione: «L’intelligence si è occupata del modo in cui dei canali social filorussi hanno provato ad accreditare l’idea, assolutamente infondata, che la protesta dei trattori derivasse dagli effetti economici del sostegno dell’Italia all’Ucraina. Un tentativo goffo, un flop, ma dà l’idea della sfida in corso». Altri episodi fin troppo evidenti: lo strano dialogo che seguiva un canovaccio naïf di Putin con una giovanissima e benevola studentessa italiana e l’anomalia della notizia del pilota russo fuggito dalla guerra e ucciso in Spagna anticipata dal sito (italiano) “Il Corrispondente”. L’attenzione sarà ancora più alta tenendo conto che l’Italia avrà la presidenza del G7. I Servizi segreti, per arginare la «minaccia ibrida» che vede protagonista anche la Cina, stanno ad esempio vigilando sui social. Mantovano: «Il compito dell’intelligence non sarà mai controllare le idee pubblicate on line. Ciò su cui i servizi concentrano l’attenzione è la verifica della genuinità dei processi, la tracciabilità delle informazioni l’autenticità dei profili social che producono e minacciano». E qui si torna alle famigerate fabbriche dei troll, specialità della casa in Russia, ma anche agli attacchi hacker. Aggiunge il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini: «Dobbiamo darci strumenti per ricercare una reazione efficace alla disinformazione».