Israele è di nuovo senza una maggioranza chiara nelle quarte elezioni in due anni.
Il voto è stato contraddistinto dalla più bassa affluenza dal 2009: alle 20 era quasi il 5% in meno dello scorso anno. E sembra riguardare soprattutto il settore degli arabo-israeliani: pare abbia registrato un circa 10% in meno. Per questo tutti i partiti - soprattutto quelli minori, sia a destra sia a sinistra, preoccupati di non oltrepassare la soglia di sbarramento del 3,25% - hanno esortato incessantemente la gente andare a votare. Ma anche nei seggi destinati ai malati di covid e alle persone in quarantena - nonostante il grande dispendio di energie e di mezzi messi in campo dallo Stato in quelle che sono state le elezioni più costose della storia di Israele - non è andata bene, come hanno riferito i media.
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A metà pomeriggio, i dati segnalavano che solo 1.200 malati su 6.700 avevano votato. Insomma, la democrazia 'socialmente distanziatà - come è stata definita Israele in questa fase - non sembra almeno in questo caso aver funzionato. Il giorno delle elezioni è stato caratterizzato anche da una forte drammatizzazione, soprattutto da parte delle formazioni di centro. «È il momento della verità - ha ammonito il centrista Yair Lapid, maggior avversario di Netanyahu -. Ci sono solo due opzioni: o un nostro governo o un governo oscurantista, pericoloso, razzista e omofobo che prenderà i soldi da chi lavora per darli a chi non lavora». Parole forti che hanno fatto il paio con quelle di Benny Gantz, bruciato dall'abbraccio di governo con il premier. «Andate a votare e scegliete Blu Bianco - ha detto l'attuale ministro della Difesa - perché altrimenti una quinta tornata di voto potrebbe non avere luogo. Avremo un nuovo tipo di governo».
Netanyahu, che prima del voto insieme alla moglie Sarah è stato al Muro del Pianto a Gerusalemme, ha invocato la vittoria nel bigliettino infilato tra le sacre pietre e si è augurato la tornata elettorale fosse «l'ultima». «Non restate a casa - aveva esortato - andate a votare». La visita di Netanyahu al Muro del Pianto non è stata l'unica: anche Benny Gantz c'è stato. E i rabbini più schierati politicamente hanno invitato gli elettori ad andare alle urne. «Chi vota Shas (uno dei partiti religiosi) - ha predicato uno - è protetto dal Covid». Se i risultati reali confermeranno gli exit poll, ci si attende una lunga strada prima di vedere un nuovo governo israeliano: le opzioni sono tutte aperte.