Perché la guerra Israele Hamas si allarga alla Siria: attacchi sulle milizie filo-iraniane e raid su Hezbollah

Dopo aver preso di mira gli aeroporti di Aleppo e Damasco Gerusalemme ha compiuto un attacco nella zona centrale di Homs

Venerdì 10 Novembre 2023
Perché la guerra Israele Hamas si allarga alla Siria: attacchi sulle milizie filo-iraniane e raid su Hezbollah

La guerra mediorientale si allarga alla Siria, dove da più di 12 anni si combattono numerosi altri conflitti armati, e i cui territori appaiono ora trasformati in un'arena dove si concentrano le tensioni provenienti da altri teatri lontani come lo Yemen. L'inasprimento di attacchi da parte delle milizie filo-iraniane contro basi militari Usa in Siria e Iraq è stato accompagnato dall'acuirsi di raid aerei israeliani contro obiettivi filo-iraniani in altri territori siriani. Sia gli Stati Uniti che Israele hanno affermato di aver colpito forze iraniane in Siria come rappresaglia per gli attacchi compiuti da combattenti filo-Teheran basati in Yemen.

Dopo aver preso di mira gli aeroporti di Aleppo e Damasco, quest'ultimo chiuso ormai da circa un mese, Israele ha compiuto un attacco nella zona centrale di Homs contro depositi di armi di Hezbollah.

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La Siria e la minaccia Yemen

L'esercito, che prima del 7 ottobre rivendicava raramente le sue attività in Siria, ha esplicitamente legato questo attacco alle minacce provenienti dal lontano Yemen: «Il regime siriano è completamente responsabile di tutte le attività terroristiche che hanno luogo sul suo territorio», si leggeva in un comunicato dell'Idf. Che affermava: «Le forze israeliane hanno colpito in Siria l'organizzazione che ha compiuto il lancio di un drone contro Eilat», il porto israeliano sul Mar Rosso. L'attacco su Eilat era stato rivendicato dal governo yemenita filo-iraniano. Non è però chiaro come sia possibile che le forze filo-iraniane in Siria siano state materialmente responsabili del lancio di ordigni sul porto israeliano di Eilat, vista la presenza della contraerea della Giordania, Paese alleato degli Stati Uniti e che ha già dimostrato di voler proteggere Israele da attacchi nemici. Gli Stati Uniti avevano inoltre affermato di aver preso di mira obiettivi iraniani in Siria, nella zona orientale di Dayr az Zor, in seguito all'abbattimento di un drone a largo delle coste dello Yemen. Anche in quel caso, l'attacco era stato rivendicato dalle forze yemenite filo-iraniane.

 

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Siria, aumentano i raid

Secondo il conteggio fornito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che sul terreno si avvale da 15 anni di una fitta rete di fonti locali, dal 7 ottobre si sono registrati in Siria più di un centinaio di bombardamenti aerei e di artiglieria da parte delle forze filo-iraniane, di Israele, degli Stati Uniti, della Russia e della Turchia. La Russia, presente da otto anni in Siria, continua a sostenere le forze governative contro le milizie cooptate da Ankara nel nord-ovest del Paese. Le stesse forze turche colpiscono regolarmente le postazioni curdo-siriane, alleate degli Stati Uniti nelle zone orientali, ricche di petrolio e gas naturale. A est del fiume Eufrate si concentrano le basi militari Usa colpite ripetutamente, come quelle in Iraq, dalle milizie filo-iraniane attestate al confine tra i due Paesi. Secondo Washington, si sono registrati una cinquantina di attacchi contro le proprie basi in Siria e Iraq dal 17 ottobre scorso, e più di 50 tra militari e contractor sono rimasti feriti. Dal canto loro gli Usa hanno risposto colpendo più volte postazioni filo-iraniane e uccidendo almeno 9 miliziani.

Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA