In una conversazione con il Messaggero nei giorni scorsi gli esperti del think tank indipendente ucraino Centre for Defence Strategies, hanno spiegato: «L’Ucraina non può rinunciare a riprendere la Crimea, non solo per ragioni storiche, ma anche per la sicurezza sua e dell’Europa: dalla penisola la Russia può attaccare con i missili non solo Kyev, ma anche i Paesi della Ue».
Crimea, perché è così strategica per Putin e Ucraina
Basta questa analisi a fare capire quanto per gli ucraini sia importante la riconquista della penisola occupata nel 2014 dall'esercito di Putin che l'ha annessa alla Federazione russa.
In sintesi: mentre l'Occidente ha più volte fatto trapelare che forse sulla Crimea, in nome della Pace, Zelensky dovrebbe ammorbidire la sue posizioni, paradossalmente il presidente ucraino e il suo omologo russo hanno una visione univoca, anche se poi arrivano a conclusioni differenti ovviamente: sulla Crimea non si tratta. Ricordiamolo: la Crimea da una parte ospita l'importante base navale della forze armate di uccupazione russe di Sebastopoli, ma allo stesso tempo dipende dalle forniture idriche ucraine.
L'ANALISI
In un'analisi pubblicata qualche mese fa su Politico e firmata da Rory Finnin, professore associato di studi ucraini all'Università di Cambridge, è stato scritto: «La penisola ucraina del Mar Nero è il punto zero dell'attuale guerra di aggressione della Russia. Dal suo sequestro da parte delle truppe di Vladimir Putin nel 2014, la Crimea è stata inondata di armi, disinformazione e paura. I suoi residenti sono stati tagliati fuori dal resto dell'Ucraina e dal resto del mondo».
Ancora: «La verità è che la Crimea non ha alcun legame fisico naturale con la Russia. La Crimea è un'estensione della terraferma ucraina e, come tale, è stata per secoli profondamente connessa e dipendente dalle risorse e dal commercio dell'Ucraina. La Russia è un impero terrestre espansionista e la Crimea è una delle sue colonie più apprezzate. Il porto strategico di Sebastopoli ospita la flotta del Cremlino del Mar Nero, mentre località turistiche come Yalta, sulla montuosa costa meridionale, offrono ai vacanzieri russi una riviera rocciosa, un parco giochi esotico di spiagge di acqua calda. Ma dietro l'immagine da cartolina della Crimea si nascondono realtà molto più profonde di demografia, storia e geografia che la Russia ha cercato ansiosamente di nascondere e cancellare per lungo tempo. Uno di questi è la Crimea dei Tartari di Crimea, che sono riconosciuti come un popolo indigeno dell'Ucraina».
Secono Peter Rutland, professore presso la Wesleyan University e socio del Davis Center for Russian and Eurasian Studies presso la Harvard University, che ha scritto un commento su Responsible Statecraft, «se Putin vuole riportare la Russia al suo status di prima potenza europea, cosa che ha ottenuto sotto il governo di Pietro il Grande e Caterina la Grande, allora ha bisogno della Crimea. Uno dei motivi per cui la Crimea è così importante è che ospita il porto naturale di Sebastopoli, l'unico in acque profonde sul litorale russo del Mar Nero. (I porti di Sochi e Novorossiisk sono poco profondi e richiedono alle navi di attraccare al largo.) Senza Sebastopoli, la Russia non avrebbe una casa per la sua flotta del Mar Nero, che utilizza per proiettare energia nel Mediterraneo e per fare la guerra in Siria». Altro dettaglio cruciale: «Per garantire l'approvvigionamento idrico a lungo termine, Putin vuole controllare il canale fino al fiume Dnipr, il che significa occupare la provincia di Kherson».