Armi chimiche, la Gran Bretagna avvisa la Russia: «Rischiano escalation, siamo pronti a rispondere»

«Se fossero state usate armi chimiche si tratterebbe di un momento decisivo per il nostro primo ministro e gli altri capi di governo del mondo»

Martedì 12 Aprile 2022
Armi chimiche, la Gran Bretagna avvisa la Russia: «Rischiano escalation, siamo pronti a rispondere»

L'utilizzo di armi chimiche in Ucraina da parte della Russia è sempre stato il limite da non oltrepassare segnato dall'Occidente. Adesso, dopo l'ennesima denuncia di Kiev, Londra ha deciso di andare fino in fondo e accertare i fatti. Se fosse confermato, la guerra potrebbe cambiare volto, con una risposta decisa a Mosca da parte degli alleati di Zelensky

Le accuse sul presunto attacco con sostanze tossiche nella città di Mariupol sono state diffuse su Telegram dai vertici del battaglione nazionalista Azov, inquadrato nelle forze di Kiev.

La ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, si è espressa in toni molto duri: «Qualsiasi uso di tali armi sarebbe una grave escalation in questo conflitto e noi risponderemo a Putin e al suo regime».

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La Gran Bretagna indaga sugli attacchi russi

Prima di tutto però è necessario stabilire se il fatto sia veramente accaduto. Il viceministro della Difesa e responsabile del portafogli delle Forze Armate, James Heappey, intervistato dalla Bbc, ha spiegato che le informazioni sull'uso di queste armi nella città assediata sono circolati sui social media ucraini, ma né l'intelligence della difesa britannica, né la loro controparte a Kiev è stata in grado di verificare le affermazioni. «Verificare è chiaramente molto importante», ha precisato. «Se fossero state usate armi chimiche si tratterebbe di un momento decisivo per il nostro primo ministro e gli altri capi di governo del mondo».

 

Rispetto a una risposta occidentale Heappey ha affermato che «tutte le opzioni sono sul tavolo», in quanto l'uso di quelle armi costituirebbe il superamento di una linea rossa nella guerra. L'indagine britannica deve avvenire in collaborazione coi Paesi alleati, in particolare a livello di intelligence per recuperare le informazioni in arrivo dal campo e quindi vagliarne l'attendibilità.

In merito, l'ex capo di stato maggiore della Difesa, Lord Richard Dannatt, ha affermato che è «possibile» il ricorso alle armi chimiche da parte dei russi, in particolare se si considera che il generale Alexander Dvornikov, dato dai media occidentali come nuovo comandande delle operazioni militari nell'Ucraina orientale, si è guadagnato in merito una «terribile reputazione» quando comandava le truppe di Mosca in Siria, dove era stato inviato nel 2015 dal presidente Vladimir Putin.

Anche il Pentagono indaga

Anche il Pentagono sta indagando sul possibile uso di armi chimiche a Mariupol denunciato sui social media ma non ancora confermato ufficialmente dal governo di Kiev. «Non siamo in grado di confermare queste notizie», ha detto il portavoce, John Kirby, precisando che il dipartimento della Difesa americano continua a «monitorare la situazione da vicino». Queste notizie, ha sottolineato, «sono molto preoccupanti e riflettono i timori che abbiamo da tempo sul rischio che la Russia possa usare gas lacrimogeni mescolati ad agenti chimici».

Il dipartimento di Stato Usa ha ribadito la sua valutazione che la Russia in Ucraina sta subendo una sconfitta. «La Russia sarà strategicamente sconfitta in Ucraina», ha detto il portavoce Ned Price sottolineando che oltre ai problemi sul campo Mosca è nel pieno di una profonda crisi economica. Quanto alla questione della responsabilità dei crimini di guerra, Price ha ricordato che gli Stati Uniti hanno inviato in Ucraina decine di procuratori per collaborare con Kiev alle indagini e anche il dipartimento di Stato sta svolgendo una sua indagine. «Se le prove ci diranno che Putin è responsabile di crimini di guerra sarà perseguito per questo», ha detto Price. 

Ultimo aggiornamento: 19:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA