Sfigura con l'acido il figlio di 3 anni: voleva punire la moglie che lo aveva lasciato

Mercoledì 23 Gennaio 2019 di Federica Macagnone
Sfigura con l'acido il figlio di 3 anni: voleva punire la moglie che lo aveva lasciato
Da quando la moglie lo aveva lasciato, portando con sé i tre figli, era impazzito: si sentiva umiliato e offeso nel suo onore di uomo dell'Islam, originario dell'Afghanistan, e aveva minacciato di portarli tutti e quattro fuori dalla Gran Bretagna e trascinarli in un Paese musulmano per sterminarli senza essere punito, aveva ingaggiato un detective per pedinare la moglie e aveva installato un localizzatore nella sua auto per seguire i suoi spostamenti. Fino a quando la sua mente malata non ha concepito un piano orrendo: sfigurare con l'acido il figlio di tre anni per gettare discredito sulla moglie, facendola apparire inadatta a crescere i bambini, contrastare la sua richiesta di divorzio e ottenere l'affidamento dei figli, che il giudice gli aveva finora negato.

Un piano messo in atto il 21 luglio scorso e di cui si sono sapute ora le motivazioni, durante il processo che lo vede imputato insieme ad altre sei persone, 5 uomini e una donna, che lo hanno aiutato a effettuare l'attacco contro suo figlio. Il bimbo riportò varie ustioni al volto e a un braccio e lui venne smascherato insieme ai suoi complici. 

L'uomo, di cui non sono state fornite le generalità per proteggere l'identità dei bimbi, è un tassista 40enne di Worcester, in Gran Bretagna, che sposò la moglie nel 2007 in virtù di un matrimonio combinato. Quando lei nel 2016 lo lasciò portando i figli con sé, lui prese malissimo la separazione. Dopo averla supplicata di tornare a casa, cominciò a terrorizzarla minacciandola di uccidere lei e i piccoli in un Paese musulmano, dove non sarebbe stato punito, o che avrebbe ingaggiato un killer. Nei mesi precedenti l'aggressione gli era stato concesso un contatto quindicinale vigilato con i figli, ma a lui non bastava: voleva l'affidamento, e per ottenerlo aveva pensato bene di screditare la moglie. Dapprima cercando di raccogliere prove sul suo conto che la gettassero in cattiva luce, e a questo scopo a marzo dell'anno scorso aveva assunto un investigatore privato per spiarla e seguirne i movimenti anche tramite un localizzatore nascosto nella sua auto. Poi, visto che il tentativo non dava frutti, aveva progettato di provocare ferite ai bimbi per dimostrare che la donna non era in grado di occuparsi di loro e garantirne l'incolumità. 

Un piano messo in atto il 21 luglio, mentre la moglie era in un negozio con il figlio di tre anni e un'altra figlia: uno dei complici dell'uomo ha gettato acido sul bimbo, che ha riportato ustioni al braccio sinistro e al volto. Fortunatamente, grazie al rapido intervento dei medici dell'ospedale in cui era stato portato il piccolo, la gravità delle ferite è stata limitata. E altrettanto fortunatamente l'attacco è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza, grazie alle quali è stato possibile risalire all'aggressore e ai suoi complici. In seguito è emerso che la banda aveva pianificato l'assalto già una settimana prima fuori dalla scuola del bimbo, ma si era ritirata all'ultimo momento, e aveva effettuato nelle settimane precedenti una serie di "missioni di ricognizione" sempre davanti alla scuola. Ora la banda diabolica è dietro le sbarre: l'incubo è finito.
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