Tutta mia la città: l'arredamento si fa ispirare da monumenti e suggestioni urbane

Roma come musa di lampade e divani, Barcellona disegnata sulle parete, le Cicladi che ispirano sedute. Sono più località, in Italia e all’estero, a segnare l’immaginario dei designer che, ispirati da palazzi, opere e atmosfere, li portano in casa attraverso oggetti e complementi d’arredo. Per sentirsi sempre “altrove”

Mercoledì 21 Febbraio 2024 di Valeria Arnaldi
Eur di Kartell

«Una città non si misura dalla sua lunghezza e larghezza - diceva Herb Caen - ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni».

Ed è una visione decisamente ampia quella che entra in casa con il design ispirato alle città, tra monumenti, atmosfere, suggestioni. Anche usanze. Sono tanti, infatti, i brand che prendono spunto dall’orizzonte urbano per ripensare pareti, arredi e complementi, a dare più “respiro” alla dimensione domestica. A farla da regina è Roma, con lampade, tavoli, divani e quant’altro. 


LA CAPITALE 

Sono i grandi monumenti, perlopiù, ad essere stati scelti come musa dai designer. Cupolone, ispirata alla cupola della basilica di San Pietro, è la lampada a sospensione firmata Seletti.

Un’immagine iconica della città e, con questa creazione, anche del brand. Disponibile in due colorazioni - bianca e grigia - e in due misure, cattura immediatamente lo sguardo, dando carattere a qualsiasi ambiente.

È il Pantheon, invece, ad essere richiamato nella lampada a sospensione di Art Frigò, nella collezione di lampadari con la riproduzione fotografica di soggetti architettonici o naturali. La volta del Pantheon non è l’unica disponibile, come soggetto. E per chi lo desidera c’è anche l’immagine del cielo - "Il cielo in una stanza", cantava Gino Paoli - per regalarsi l’emozione di un’ideale apertura sul soffitto da cui guardare nuvole e gabbiani.
Dallo sguardo puntato al cielo a quello rivolto alla pavimentazione. È nei sampietrini originali usati per creare un’illuminazione d’atmosfera la cifra di Aeterna Design. E ogni sampietrino ha la sua storia, c’è quello intitolato al Colosseo, quello che rimanda al Pantheon, quello che richiama il Parco della Musica. Di stanza in stanza, o semplicemente di parete in parete, si può quindi comporre quasi una passeggiata. E i sampietrini, ovviamente intitolati all’Auditorium firmato da Renzo Piano, sono usati anche come audio speaker wireless, per sentire i propri brani preferiti da qualsiasi dispositivo dotato di tecnologia bluetooth, lasciando vagare la mente. Per liberare la fantasia, anche di essere altrove. Stesso brand per la libreria Campidoglio, in alluminio o ferro con finitura spazzolato opaco e ogni ripiano sorretto da un sampietrino originale, e per la poltrona Circo Massimo, la cui anima, in legno, ha appunto la forma di un sampietrino.

Si chiama Borghese il divano scultoreo, ispirato ai pini di Villa Borghese, di Noé Duchaufour-Lawrance per La Chance. E Fabio Novembre per Kartell ha creato lo sgabello-tavolino Eur, con le forme del Palazzo della Civiltà Italiana.


TRA MILANO E BOLOGNA

Non solo Roma. Firenze e Milano sono tra i soggetti di Cityng, linea di sedici sedie di Cosimo De Vita per Savio Firmino, che richiamano i principali monumenti di varie città del mondo. Si va così dal Duomo di Milano - omaggiato anche nella carta da parati di Tecnografica - a Firenze, con Santa Maria Novella e altro, fino ad arrivare a Barcellona, Parigi, Mosca e molto ancora. Bologna Wall Unit di Mobi è un mobile vetrina, con ripiani illuminati con led, che richiama il porticato urbano bolognese. Ci sono anche Napoli e Venezia tra le fonti di ispirazione dei tappeti di Mike Shilov per Tapis Rouge, nella collezione La Scala, che omaggia l’architettura italiana e, in particolare, le scale. Per regalarsi la magia di sentirsi “lontani”, pur restando in casa propria. 

EFFETTO GIAPPONE, L'ANTICO KINTSUGI SI RINNOVA  SU LETTI E DIVANI

Sono le tradizioni, anche come cardini dell’immaginario, a dettare le linee del design ispirato al Giappone e, in generale, all’Oriente. Il kintsugi, ossia l’arte di usare l’oro per riparare oggetti, rendendo in questo modo preziose le cicatrici, è motivo guida di più arredi. La testata del letto Elgon di Roberto Cavalli Home Interiors ricorda l’antica tecnica nipponica con i suoi inserti metallici. Il gioco di nervature ramificate richiama, inoltre, le iconiche suggestioni animalier del brand.

Il rimando è evidente sin dal nome nella credenza Kintsugi Arauco di A Lot of Brasil, in legno Sucupira, tradizionale delle Foreste Brasiliane. Ed è brasiliana anche la designer Tatiana Freitas che ha ideato la collezione My Old New Chair, dove vecchie sedie vengono riparate con materiali insoliti a enfatizzare le “ferite” e dare nuovo carattere alle sedute. Si chiama Hasu il tavolo di Dieter Mortelmans per la cerimonia del . Inizialmente è una struttura minimale, compatta, che nel cuore custodisce la teiera e gli altri oggetti necessari. Poi si apre, “sbocciando”, ad ampliare il piano e a rivelare quattro sedute. «Proprio come un fiore di loto che si apre, quando i primi raggi di sole accarezzano l’orizzonte durante l’alba, simboleggia l’inizio di un nuovo giorno», rimarca il designer. E Fiore di loto è il nome scelto da Marta Sansoni per le luci fluttuanti di Serralunga. Poesia di riflessi lontani. 

ISPIRAZIONE STATI UNITI, TESTIERE E TAVOLI, ADESSO L’AMERICA SI TROVA IN SALONE

«America è l’altro nome dell’opportunità», affermava Ralph Waldo Emerson. Ed è con questo bagaglio di simboli, che si fa speranza, possibilità, utopia, anche quando entra nelle nostre case, sotto forma di arredo. Un grande sole, in raso rosso, scompare dietro i palazzi, che qui sono sedute imbottite, in toni ora chiari, ora più scuri a creare un gioco di luci e ombre: sono suggestioni pittoriche tradotte però in una tridimensionalità scultorea e comoda a caratterizzare il divano Tramonto a New York, icona di Gaetano Pesce per Cassina, riproposto dal marchio in edizione limitata e con una dimensione è più ampia rispetto al modello di archivio.

Ed è uno skyline di grattacieli a caratterizzare la testiera del letto Manhattan di Gianluigi Marchi per Dialma Brown, che invita a sognare la propria America - ideale - da trovare. «Tu sei la mia isola, sei tu la mia America», cantava Daniele Groff, portando il concetto ben oltre i confini della definizione, per ricondurlo a una complicità da casa. New York e Chicago con i loro grattacieli Art Deco sono le muse di Stalaclights e Huddle Bulbs di Studio David Graas. Le architetture, stampate in 3d, sono paralumi applicati direttamente sulle lampadine a creare una sorta di effetto stalattiti, ma rigorosamente urbano. Creato dall’uomo per l’uomo. La cupola del Campidoglio di Washington, capovolta a garantire una superficie piana, è tavolino basso, fioriera o anche secchiello per mantenere fresco lo champagne nella collezione Capitol di Qeeboo, disegnata da Studio Job. Tra le atmosfere americane che si rinnovano in dimensione domestica, non può mancare la capitale di divertimento e gioco d’azzardo. Las Vegas è la lampada Seletti, ideata da Fabio Novembre. Una colonna che ricorda lo stile del Caesar Palace è proposta, “bassa”, a farsi tavolo e lampada al contempo, o alta, invece, come illuminazione da terra.

FRANCIA COME MUSA, LUCI ROMANTICHE SOTTO LA TORRE, ICONA DI PARIGI

La Torre Eiffel, anche in versione extralarge, alta oltre due metri, si piega, come fosse un fiore, a riscaldare pensieri e fantasie, nelle lampade della collezione Parigi di Qeeboo. C’è qualcosa del fumetto nello stile del design. A vincere, però, sono le atmosfere romantiche che vivono nel mito stesso di Parigi e riescono a “riscaldare” concettualmente la casa. Alla versione Xl si contrappone la extrasmall, concepita per comodino e tavoli da lettura. Il diffusore a cupola, peraltro, è totalmente orientabile.

Doppia versione, da terra e da tavolo, per Eiffel Towers Linea Zero, in Polilux di colore bianco e nero. Krøyer Sätter Lassen per Frama firma l’applique Eiffel, anche questa in due dimensioni: minimale nelle forme, intensa per luminosità, richiama l’essenza stessa dell’eleganza parigina. La luce - «Parigi è vicina, è una stella nella sera», canta Roberto Vecchioni - non è l’unica suggestione parigina. Dalla Torre Eiffel hanno preso ispirazione anche Charles e Ray Eames quando, negli Anni Cinquanta del Novecento, progettarono le Plastic Chair, la cui base, con complessa realizzazione in filo di acciaio, rimanda proprio al monumento francese. E sì che le sedie Vitra sono riconosciute come icone del modernismo americano. Lo stile tipico francese torna in letti, tavoli e tavolini di Jumbo Collection. Linee e motivi iconici del liberty sono nelle collezioni P. & G. Cugini Lanzani. Sono i bistrot parigini ad avere sollecitato la fantasia del designer Maciej Franta nella Alter Ego Collection di Paged Meble. La seduta è dotata di un “braccio” che termina con un piano a cuore, ideale per ospitare due bicchieri. Una seduta che si fa invito all’incontro e magari, chissà, al sentimento.

SEDUZIONE MEDITERRANEA: IONICO E CORINZIO IL CAPITELLO  DIVENTA SEDUTA 

Sono le sedute klismos, presenti negli antichi bassorilievi greci da metà del V secolo a.C. il primo rimando della sedia En di Cecilie Manz per Maruni. Semplici, confortevoli, con schienali che “avvolgono” il corpo, hanno una struttura ad anello, che ricorda, a suo modo, un abbraccio, un riparo. Guarda alle decorazioni dei templi dell’antica acropoli, invece, la lampada Alone 0173, Santorini di Dixpari: la cialda centrale è realizzata in materiale di recupero industriale rigenerato. E tra le sfumature si colgono l’azzurro tipico degli orizzonti greci, tra edifici e mare, a contrasto con un bianco quasi abbagliante, che ricorda il sole dell’estate sull’isola. Santorini e Mykonos sono anche i nomi di collezioni di tessuti di Palazzo Fabric, concepiti per portate un’aria mediterranea in ogni ambiente. Studio 65 firma il “monumentale” leggio a forma di capitello proposto da Taschen in edizione limitata con il libro “Arnold”, su Arnold Schwarzenegger. Tra le proposte dedicate al Mediterraneo, ancora Seletti, con la collezioni di oggetti in terracotta Magna Graecia, disegnata da Antonio Aricò, che rivisita in chiave cartoon la storia e i tesori dell’Italia meridionale. Ecco allora tavoli capitello, vasi anfora e molto altro. Si richiamano agli antichi capitelli, ionico e corinzio, le sedute di Fornasetti, anche per l’esterno, un vezzo “classico” ripensato per farsi pop. 

ORIZZONTI ADESIVI FANNO SEMBRARE PICCOLO IL MONDO

Architetture reali, accostate a creare scenari immaginifici, inesistenti eppure realistici. Nato nel Rinascimento e proseguito poi nel Barocco, il “capriccio”, fantasia d’artista che accosta in modo inusitato architetture diverse, si fa ancora oggi trend, specie in versione adesiva. Sono la parigina Torre Eiffel, il londinese Big Ben, il Golden Gate Bridge di San Francisco, la statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, la ruota del Prater a Vienna e molto altro ad essere accostati nello skyline ipercolorato di Ten Stickers. Un capriccio pop che riunisce alcune delle opere più iconiche di diversi Paesi. Per i tradizionalisti, ci sono ovviamente anche orizzonti di singole città, da Berlino a Praga, da Porto a Delhi e oltre. Senza dimenticare grandi stickers dedicati a un solo monumento, come la Sagrada Familia di Antoni Gaudí, a Barcellona. E molto altro. Gli “adesivi” sono uno dei metodi più facili per regalarsi l’illusione di aprire finestre in un ambiente, guardando a chissà quali città. Dubai, Pechino, Bruxelles, Atene, ma anche Agrigento, Matera, Como, Napoli sono alcuni degli orizzonti adesivi di Evergreen Orange : si possono applicare su muri, vetri, legno, sono lavabili e durano tra i tre e cinque anni. Si applicano rapidamente e altrettanto velocemente si possono rimuovere, senza danni, se si ha voglia di cambiare meta.

Portare sul muro lo skyline di una città, infatti, racconta le proprie passioni del momento e, forse, più di tutto, il sogno di una vita diversa. Sì perché l’orizzonte d’elezione, a sostituire quello reale, si fa misura del desiderio di cambiare i propri scenari e teatri d’azione o quantomeno di riflessione. Moroni propone “profili” decorativi di più città. Madrid è vista dalle alture della Pedriza, Amsterdam, invece, dal museo Nemo. Poi, Istanbul, New York, Venezia e molto altro. Perché, come diceva Italo Calvino, «D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda».

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 06:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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