​Lo sciopero "politico" del sindacato rosso che ha l'ambizione di guidare l'opposizione

Venerdì 17 Novembre 2023

Caro direttore,
oggi la Cgil, con il supporto di una Uil ormai completamente allineata al sindacato rosso, sciopera e scende in piazza. Lo fa, e non è un caso, in dissenso e senza avere accanto a sé l'altro grande sindacato italiano, cioè la Cisl. Insomma, la Cgil si dimostra quello che è sempre stata: la cinghia di trasmissione della sinistra, ieri rappresentata dal Pci oggi dal Pd. Cambiamo i tempi, non la Cgil.


Enrico Fronton
Treviso


Caro lettore,
la sua lettura mi trova d'accordo quando afferma che quello di oggi è uno sciopero ad alto contenuto e significato politico.

Mi convince meno quando lei assegna alla Cgil l'antico ruolo di cinghia di trasmissione: mi pare un ruolo in larga parte superato e comunque inadeguato rispetto alle ambizioni del segretario generale cgiellino, Maurizio Landini. Certamente la mobilitazione di oggi non ha come obiettivo principale quello di costringere o convincere il governo a modificare la manovra economica. In gioco ci sono piuttosto i rapporti di forza tra il governo e le organizzazioni sindacali, in particolare la Cgil. Con questo sciopero Landini vuole innanzitutto affermare il ruolo del suo sindacato come soggetto (politico) antagonista al governo. Non come "semplice" sindacato, cioè come portatore di interessi dei propri rappresentati. Che la manovra economica c'entri poco con la mobilitazione odierna, lo dimostra il fatto che Landini questo sciopero l'aveva già annunciato in estate quando ancora le scelte di bilancio del governo erano sconosciute e di là da venire. E c'entrano poco anche i diritti sindacali e la Costituzione: lo sciopero oggi si farà, chi vuole potrà partecipare, chi non ritiene opportuno farlo potrà andare al lavoro usando anche i mezzi pubblici, il cui blocco, dopo l'intervento del Garante, è stato ridotto a quattro ore. Questo non toglie ovviamente valore e legittimità alla mobilitazione odierna. Ma ne definisce il profilo e gli obiettivi: molto politici e assai meno sindacali. Non penso però che tutto ciò si spieghi assegnando alla Cgil l'antico ruolo di "cinghia di trasmissione" della sinistra e del suo principale partito, il Pd. La Cgil si è da tempo ritagliata una sua autonomia e non intende essere riportata a una condizione di subalternità rispetto alla politica. Il sindacato di Landini non ha intenzione di essere guidato da qualcuno "in piazza", ha piuttosto l'obiettivo di guidare lui l'opposizione. Di riavvicinare Pd e M5s e contribuire a ricostruire il cosiddetto "campo largo". Di fornire a un'opposizione divisa una piattaforma di programma. Di sostenere la ancora debole leadership di Elly Schlein fornendole il supporto della "sua" piazza e della sua ancora elevata capacità di mobilitazione. Ci riuscirà? Questo è un altro discorso. Ma questa, a me pare, sia la partita che Landini sta giocando.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci