La curiosa "assenza" di Schlein dal dibattito pubblico. Così non è l'alternativa a Meloni ma una sua alleata

Mercoledì 30 Agosto 2023
La curiosa "assenza" di Schlein dal dibattito pubblico. Così non è l'alternativa a Meloni ma una sua alleata

Caro Direttore,
Elly Schlein, dopo la gita in Svizzera di questi giorni, passerà buona parte di settembre ad allietare le feste dell'Unità in giro per l'Italia: dalla Liguria alla Calabria, magari strimpellando qualche accordo alla chitarra, come ha fatto a Castiglione del Lago. A distanza di sette mesi dalla conquista del Nazareno si è ancora in fase di rodaggio. Pochi, rarefatti e spesso in ritardo gli interventi della segreteria dem, tanto che un'opposizione interna si sta organizzando. A questo punto la domanda è lecita: Schlein ci è o ci fa? La cifra della nuova segreteria del Pd sarà sempre così distaccata? Oppure è solo strategia e presto scopriremo una Elly con l'elmetto? Difficile dare una risposta. Intanto, si avvicinano le elezioni europee e sarà lì che alla fine i nodi verranno al pettine.


Antonio Cascone
Padova


Caro lettore,
non sia così severo.

Elly Schlein aveva annunciato un'estate militante per lei e il suo partito. Evidentemente ce la siamo persa. Per carità: la segreteria del Pd è molto gelosa della sua privacy e, al contrario di altri leader politici, ha evitato di intasare i social di sue immagine vacanziere. Gliene diamo atto. Ma durante queste settimane agostane non si può dire che il dibattito politico si sia spento: dai flussi migratori al caso Vannacci fino al caro benzina, argomenti per far sentire la propria voce piu o meno militante non sono mancati. Ma Schlein, a parte una discutibile e rivedibile battuta sulle tesi del noto generale, dopo l'incontro con Meloni sul salario minimo ha preferito chiudersi in un rumoroso silenzio. Sarà una scelta di immagine suggeritale da qualche suo consulente. O forse il semplice desiderio di staccare. Resta il fatto che, estate militante o meno, a diversi mesi dalla sua nomina al vertice del Pd Elly Schlein fatica a lasciare una sua impronta, a far capire quale sia la sua strategia di cambiamento. O anche più semplicemente a dar l'idea di avere una strategia. Gli spazi non mancherebbero: la situazione economica e internazionale non sta rendendo la vita facile al governo Meloni. Le contraddizioni e le tensioni interne alla maggioranza non mancano. L'immigrazione sta mettendo a dura prova i territori e la capacità dei sindaci, anche di centro sinistra, di gestire il fenomeno. Ma Schlein non sembra in grado di imporre una sua linea, di offrire chiavi di lettura autonome ed originali, anzi spesso le sue posizioni appaiono subalterne a quelle di altri, soprattutto della Cgil quando non del Movimento 5 stelle. Per ora sembra si stia rivelando esatta la profezia che qualcuno all'interno del Pd aveva fatto: Elly non sarà mai l'alternativa progressista alla Meloni, senza volerlo, si rivelerà purtroppo la sua migliore alleata.

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