Non è il caso di giudicare le reazioni di chi è molestato ed è bene ricordarsi che è sempre e comunque una vittima

Mercoledì 6 Settembre 2023

Caro direttore,
sul caso del comandante dei vigili di Venezia, non discutiamo sui palpeggiamenti subiti, comportamento sicuramente grave e inaccettabile che sia compiuto ad un maschio, peggio ancora nei confronti di una donna. Nulla da eccepire su questo punto. Mi soffermerei piuttosto sulla reazione della "vittima". In Facebook il comandante scrive «...Dovevo arrivare a quasi 63 anni per comprendere cosa prova una donna molestata quando gli palpano il sedere...». Mi scusi comandante, fino a venerdì come pensava si sentisse una donna palpeggiata? E poi, un militare come lei, con il potere di chiedere rinforzi, com'è possibile che per un fatto simile abbia deciso di tornare a casa in silenzio? Ribadisco che l'accaduto è stato disgustoso e grave e il Comandante ha dimostrato sicuramente una sua fragilità e un turbamento che tutti dobbiamo rispettare. Ma non approvo le modalità utilizzate per esternare il suo dispiacere. Al suo posto avrei evitato di scrivere su Facebook, avrei evitato di andarmene. Non crede di aver esagerato un pochettino con questo suo modo di urlare al mondo l'accaduto subito? Nessuno le sta dicendo di subire e incassare. Ha inoltre dichiarato di aver evitato "piazzate" per rispetto della divisa che indossa. Bene ma le assicuro che la sua reazione sarebbe stata più gradita se fosse stata gestita con maggiore razionalità e fermezza.

Dr. Alberto Toniolo


Caro lettore,
mi permetta due domande.

Secondo lei chiamare rinforzi e far scattare la caccia al molestatore durante la festa di Armani, sarebbe stato, da parte del Comandante dei vigili, un comportamento più razionale, meno esagerato e più adeguato alla situazione e al ruolo di Agostini? Mi permetta di avere qualche dubbio. Se un post rimasto per poco tempo su Facebook ha suscitato tanto clamore, chissà quale eco mediatica e quante polemiche avrebbe generato l'arrivo in forza alla festa di Armani di uomini in divisa in soccorso del loro Comandante insidiato. Inoltre: perché mai, secondo lei, una molestia di un uomo a un altro uomo risulterebbe meno grave e inaccettabile di quella a una donna? Quale codice morale o giudiziario giustificherebbe una tale gerarchia? Una molestia è sempre una forma di sopraffazione e di violenza, senza distinzioni di genere. Non crede? Mi fermo qui. Perché non è mia intenzione polemizzare con lei. Le sue considerazioni e opinioni sono giustificate e legittime. È probabile che altri lettori le condividano in tutto o in parte. Ma giudicare i comportamenti altrui in situazioni così delicate e complesse, come quella di cui parliamo, è sempre difficile. Personalmente non difendo né critico il Comandante. Non intendo farlo. Lei ad una certo punto della sua lettera scrive una cosa molto giusta: "Il Comandante ha dimostrato una sua fragilità e debolezza che tutti dobbiamo rispettare". Condivido e sottoscrivo. Il Comandante poteva comportarsi diversamente da quel che ha fatto? Non ci sono dubbi che potesse farlo. Ha sbagliato nel suo ruolo a fare quel post? Per qualcuno ovviamente sì. La sua frase "Ho capito cosa prova una donna quando le palpano il sedere" può essere apparsa un po' surreale? Letta a freddo certamente sì. Ma se rispettiamo, come suggerisce lei, le debolezze, le fragilità e le umane emotività forse possiamo guardare e giudicare le cose in modo un po' diverso. Perché non è sempre necessario stilare pagelle e dare voti. Ed è bene sempre ricordarsi che chi subisce molestie o violenze è prima di tutto una vittima. Anzi "la" vittima.

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