Gli scontri nella Lega veneta, la fine di una stagione e l'esigenza di un ricambio politico e generazionale

Sabato 1 Luglio 2023

Egregio direttore,
non credo che interessi a molti, ma mi lasci dire che da cittadino che ha più volte, soprattutto nelle elezioni locali, votato per la Lega, non mi è piaciuto il clima di caos, di litigi e scontri che hanno preceduto e pure seguito il congresso di questo partito. Mi è parso dominato da personalismi e cose del genere. Forse mi sbaglio e non ho capito niente io. Ma questa è stata la mia sensazione.


M.N.
Treviso


Caro lettore,
i partiti sono fatti di idee e di programmi, di linee politiche e di organizzazione, ma innanzitutto di uomini e di donne.

Ed spesso è difficile separare le dinamiche di un movimento politico dalle parabole degli uomini e delle donne che ne fanno parte, che lo hanno guidato o ne occupano posizione di vertice. Faccio questa premessa, perchè ciò che stato accadendo nella Lega-Liga e che lei ha descritto nella sua lettera, non è solo figlio della presenza nel movimento di diverse linee e sensibilità politiche, ma innanzitutto di un complesso percorso di rinnovamento generazionale, che ha avuto nella nomina congressuale del deputato 30enne Alberto Stefani a segretario regionale, un suo primo seppur tormentato passaggio. I contrasti ruvidi e accesi, gli scontri anche personali che hanno animato il dibattito nella Lega-Liga negli ultimi tempi e che, possiamo esserne certi, proseguiranno ancora, sono il riflesso e la conseguenza di questo processo. Anche se forse ad alcuni suoi dirigenti "storici" non sembra essere del tutto chiaro, la Lega-Liga vive una fase di transizione. Deve fare i conti, volente o nolente, con un passaggio generazionale per nulla facile e che è solo agli inizi. In Veneto il Carroccio in questi decenni ha costruito il suo successo politico e il suo ruolo di forza politica di riferimento, grazie a una classe di dirigenti e di amministratori capaci di raccogliere un ampio e spesso trasversale consenso tra gli elettori. Ma questa stagione, su cui incombe la fine dell'esperienza di Luca Zaia come presidente della Regione, sta volgendo al termine. E non sarà l'eventuale, ulteriore mandato del presidente "più amato d'Italia" a prolungarla all'infinito. Con o senza Zaia candidato a Palazzo Balbi, il movimento ha l'esigenza di rinnovarsi, di mettere in campo una nuova classe dirigente e amministrativa che si affianchi a quella che ha guidato il movimento in questi anni e ne raccolga progressivamente il testimone. Nè in politica nè altrove l'anagrafe è un valore o un disvalore assoluto. E la capacità di rinnovare e di affrontare il futuro non si misura certamente dalla carta d'identità. Tuttavia non può essere un caso se oggi la politica italiana vede al vertice, come premier, una donna di 46 anni e come sua principale oppositrice una 38enne. La Lega-Liga è il partito più antico tra quelli che siedono in Parlamento e anche nel Consiglio regionale veneto. Che debba affrontare e sciogliere il nodo di un ricambio politico, amministrativo e generazionale, è del tutto naturale. Con la consapevolezza che si tratterà di un percorso non semplice e dall'esito per nulla scontato. Una transizione che porrà molti di fronte a un bivio: opporsi al rinnovamento cercando di frenarlo od accompagnarlo mettendo a disposizione la propria esperienza e la propria credibilità. Si tratta di decidere. Sapendo che ci sono momenti in cui occorre la lungimiranza e il coraggio di scegliere. Prima che te lo impongano i fatti. O gli altri.

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