Tra Draghi e Letta ha ragione il premier: la vera redistribuzione di ricchezza si fa riformando il fisco

Domenica 23 Maggio 2021
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Caro Direttore,
la timida proposta di Enrico Letta di un un piccolo incremento dell'imposta di successione sui grandi patrimoni per dare una altrettanto piccola dote ai diciottenni ha ricevuto una incomprensibile risposta di Mario Draghi, una sorta di slogan all'insegna di non è il momento di togliere ma di dare ai cittadini, che non ha alcuna pertinenza con la proposta stessa. Una risposta più consona sarebbe stata dire che una tale misura dovrà essere affrontata nell'ambito della annunciata riforma fiscale. La quale, aggiungiamo noi, dovrebbe portare innanzitutto ad una rimodulazione delle aliquote, riducendo di molto quelle sui redditi bassi e medio-bassi, ferma restando la progressività, con l'introduzione di un'imposta patrimoniale sui grandi patrimoni, al fine di determinare la convenienza di investirli nell'economia. Solo così, tra l'altro, potremmo sperare di ridurre anche il nostro esorbitante debito pubblico.

Loris Parpinel
Prata di Pordenone


Caro lettore,
tra Draghi e Letta in questa disputa credo abbia ragione il premier.

Provo a spiegarle perché. L'idea del segretario del Pd di introdurre una super tassa (dal 4% attuale al 20%) sulle eredità superiori ai 5 milioni di euro in beni mobili e immobili per destinare il ricavato ai 18enni garantendo loro una dote di 10mila euro, non solo mi lascia molto perplesso tecnicamente, ma sopratutto non mi convince per il tipo di cultura fiscale ed economica che fa emergere. Lasciamo perdere gli aspetti contabili (ricordo solo che in Italia la tassa di successione vale meno di un miliardo, dunque per ottenere i 3 miliardi ipotizzati da Letta servirebbe un incremento ben superiore a quello da lui ipotizzato) e concentriamoci sull'aspetto ideologico della proposta. L'idea che in Paesi come l'Italia con una pressione fiscale già elevatissima e concentrata su una fascia limitata della popolazione (in Italia il 13.7% paga quasi il 60% delle imposte) la politica redistribuiva si debba realizzare introducendo nuove tasse non è sbagliata ma anche inefficace. È una sorta di riflesso condizionato tipico di una certa classe politica: chi produce ricchezza è una pecora da tosare. Il pretesto è ogni volta diverso ma il risultato non cambia. In realtà la vera redistribuzione della ricchezza oggi si realizza riformando il sistema fiscale e abbassando le tasse. E riducendo sprechi e inefficienze. Non solo. C'è un'ulteriore riflessione da fare. Veniamo da un periodo di rinunce e di sacrifici. Intere categorie hanno visto ridursi drasticamente i loro ricavi e i loro guadagni. L'ultima cosa che un governo deve fare è introdurre nuovi prelievi. Esattamente come ha detto Draghi.

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