I maschi nascono con minori possibilità di vivere più a lungo delle femmine, ma hanno l'opportunità di farcela: per riuscirci basta che prendano una laurea e si sposino. Uno studio condotto su 199 popolazioni del mondo, prendendo in esame i dati degli ultimi due secoli, ha convinto i ricercatori dell'Università della Danimarca Meridionale che le attuali statistiche, basate solo sui numeri, non spiegano tutto.
TENDENZA
Dopo complessi calcoli, si è stabilito che tra il 25 e il 50% dei maschi ha maggiori possibilità di vivere più a lungo di una donna di pari età. «Sebbene l'aspettativa di vita maschile sia generalmente più bassa di quella femminile e i tassi di mortalità maschili siano più alti a tutte le età scrivo gli autori nel loro studio -, i maschi hanno sostanziali possibilità di sopravvivere alle femmine. Questa ricerca mette in discussione l'impressione generale che gli uomini non vivono così a lungo come le donne e rivela una più complessa disparità tra la durata della vita di maschi e femmine». I maschi laureati, sostengono i ricercatori, hanno il 43% di possibilità di sopravvivere alle femmine coetanee, contro il 39% di chi ha solo un diploma di scuola superiore. Ma è il matrimonio ad aumentare in modo considerevole l'aspettativa di vita rispetto alle femmine dei maschi laureati, portandola a più del 50%. La stessa tendenza è stata notata anche in Africa, ma è dovuta al fatto che la mortalità di bambine e ragazze è aumentata a causa della povertà, della mancanza di cure, dei mutamenti climatici e delle violenze causate dai conflitti.
STABILITÀ
Gli uomini sposati possono dunque vivere più a lungo delle femmine single, ma devono avere un'istruzione di grado superiore che garantisca lavori meglio pagati e accesso a cure efficaci. Il matrimonio deve essere poi felice, perché niente guasta di più la vita che i continui litigi. Le coppie influenzano la salute reciproca e i maschi beneficiano più delle femmine di una relazione stabile. Sono spesso le mogli ad obbligare i mariti a smettere di bere o di fumare, a tenerli in casa a lungo evitando loro di mettersi nei guai, e a responsabilizzarli dopo che nascono figli. Sono loro a notare l'insorgere di un disturbo e a convincerli ad andare da un medico, cosa che i maschi sono sempre restii a fare. L'inversione della tendenza che si è registrata a partire dagli Anni 70, dicono i ricercatori, è anche dovuta a cattive abitudini come il fumo e l'alcol, che erano una caratteristica prettamente maschile, ma ora non lo sono più: anche le donne hanno cominciato a bere e a fumare, nelle discoteche o anche dopo avere subito qualche stress emotivo come un abbandono, un divorzio o la perdita di un lavoro. Le stesse cause che favorivano una maggiore mortalità maschile colpiscono ora anche le donne, avvicinando la reale aspettativa di vita dei due generi. Il grande scienziato Charles Darwin, autore dell'Origine delle specie, prima di decidere di sposare la cugina Emma Wedgwood annotò in un taccuino, in due colonne affiancate, le ragioni a favore e contro il matrimonio. Vinsero per fortuna quelle a favore: senza Emma non sarebbe diventato il grande uomo che è stato, e non sarebbe vissuto così a lungo. Meno comunque della moglie: aveva quasi la sua stessa età e morì 14 anni dopo di lui, che si era pure laureato a Cambridge.
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