Amanda condannata dalla malattia
genetica: partorisce tre figli sani

Martedì 4 Febbraio 2014
Amanda Kalinsky con i suoi bimbi
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NEW YORK - Il dramma di Amanda Kalinsky: la donna, oggi 33enne, condannata a morte da una malattia genetica ereditaria, la sindrome di Gertsmann Straussler Scheinker che ha già aucciso suo padre e molti suoi parenti da 6 generazioni. Nonostante questo ha deciso di diventare mamma e oggi ha tre bimbi sani.

L'ANALISI DEL DNA PRIMA DELL'IMPIANTO DEGLI EMBRIONI FA MIRACOLO

Sta commuovendo l'America la storia di Amanda Kalinsky: la giovane donna di 33 anni, portatrice di una grave mutazione genetica che la ucciderà ben prima della vecchiaia, ha deciso comunque di avere tre figli. Due gemellini oggi di tre anni e un bimbo di 9 mesi, nati sani grazie all'uso di una analisi diagnostica genetica - chiamata in sigla 'PGD' - effettuata sugli embrioni prima che venissero impiantati nel ventre di Amanda.

Ma la vicenda - che è stata resa pubblica solo in questi giorni, in un articolo apparso sulla rivista medica 'Jama Neurology' - sta suscitando dubbi di carattere etico sulla 'creazione di embrioni ad hoc'. Eppure Amanda ed il marito Bradley, medico di 33 anni, non hanno mai avuto dubbi sulla decisione di sposarsi e procreare, nonostante la tragica patologia che colpisce da 6 generazioni la famiglia della donna: la sindrome di Gertsmann-Straussler-Scheinker, malattia degenerativa neurologica per la quale non esistono cure e che conduce inevitabilmente alla morte.

«Quando quattro anni fa ho saputo di avere anche io la mutazione ho urlato - ha raccontato Amanda - ma subito dopo ho pensato 'Qui devo fare qualcosà». Bradley doveva ancora chiedere la sua mano, e non ha esitato a farlo:«Abbiamo avuto tante emozioni, tanta tristezza - ha ricordato il marito - però abbiamo deciso di andare avanti con i nostri progetti. Volevo che Amanda sapesse che sarei stato al suo fianco».

La coppia si è quindi messa nelle mani dello specialista Tur-Kapsa dell'Istituto per la riproduzione di Chicago:il team di esperti ha sottoposto Amanda alla fecondazione in vitro ed ha analizzato con la tecnica PGD i 12 embrioni creati: 6 erano portatori del gene 'malatò e sono stati distrutti , 5 erano sani, e 2 sono stati impiantati immediatamente. Così sono nati i due gemellini Ava e Cole. Un altro embrione,congelato, è stato usato in seguito e il piccolo Tatum è venuto alla luce 9 mesi fa. Ma ora - secondo una analisi del 'New York Times' - la diffusione dell'uso dei test di genetica pre-impianto sta alimentando il dibattito sui rischi etici: «Il pericolo è che non si sappia dove mettere il confine tra la creazione di embrioni senza malattie letali e l'inseguire il bimbo perfetto», ha commentato il bioetico Art Caplan.

Ultimo aggiornamento: 21:00

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