Latina, la 30enne stuprata: «Ho sopportato il freddo, 6 ore nuda in mezzo alle spine solo per tornare da mia figlia»

La donna è fuggita dall'aggressore vagando per ore in cerca di aiuto

Martedì 7 Novembre 2023 di Marco Cusumano
Latina, la 30enne stuprata: «Ho sopportato il freddo, 6 ore nuda in mezzo alle spine solo per tornare da mia figlia»

È stata stuprata dopo aver accettato un passaggio da un conoscente che invece di portarla a casa, dopo una festa, l'ha trascinata in un luogo isolato per abusare di lei.

Ora, dopo l'arresto dello stupratore, la donna di Priverno ha raccontato sui social il suo incubo e le violenze subite. «Era un conoscente - spiega la donna - avevo fretta di tornare da mia figlia, ho accettato il passaggio (e ho sbagliato).

Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò? Le sue urla, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa... Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore. Quando non mi ha più cercata, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo shock, pur di trovare un'uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando al buio pesto. Sapete perché? Per tornare da mia figlia! La mia unica ragione di vita».

La donna è stata notata da un passante, nuda in mezzo alla strada. Così è stata soccorsa e portata all'ospedale Goretti di Latina dove ha raccontato cosa era successo. I carabinieri hanno rapidamente individuato il responsabile dello stupro, un 22enne.

BLOCCATA PER ORE

«Per sei interminabili ore ero bloccata lì - racconta la donna - ma non ho mai dubitato che sarebbe andato tutto bene. Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. Non sono io che mi devo vergognare! Ma quell'essere che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male... ma non conosceva la forza di una mamma. E questa frase la dedico a lui: non ti farò vincere nemmeno un giorno in più regalandosi la mia tristezza e il mio dolore».

Secondo la ricostruzione lo stupratore ha portato la 30enne in una zona isolata di Priverno, ha fermato il motorino in una strada isolata, poi l'ha trascinata in un edificio diroccato dove ha abusato di lei.

Dopo la fuga, la giovane ha passato diverse ore al freddo, nuda, prima di essere soccorsa da un uomo di passaggio che l'ha accompagnata prima in ospedale e poi dai carabinieri per presentare la denuncia. I militari hanno individuato rapidamente il presunto recpnsabile: è un 22enne di origine magrebina, vive a Priverno anche se non ha una dimora stabile. Ora è in carcere con l'accusa di stupro.

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L'INTERROGATORIO

Il 22enne arrestato venerdì scorso per lo stupro di Priverno ha negato le accuse raccontando una versione diversa ma il giudice ha convalidato l'arresto lasciando il giovane in carcere. Ieri mattina ha risposto alle domande del gip Mario La Rosa, alla presenza dell'avvocato difensore Guerrino Maestri. Il ragazzo ha sostenuto che lui e la vittima si stavano frequentando da una ventina di giorni e che quella sera lui era uscito di casa per andare al bar lasciando lei nell'abitazione, poi quando era tornato non era più in casa. Una ricostruzione che evidentemente non ha convinto il giudice che, dopo l'interrogatorio, ha confermato la custodia in carcere così come richiesto dalla pm della Procura di Latina, Daria Monsurrò, che si occupa dell'indagine.

Ultimo aggiornamento: 21:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA