Caro Gazzettino,
scrivo in merito alla morte di due giovani spettatori durante la gara di rally sull’Appennino reggiano. Precisiamo: per una gara su strade pubbliche sono necessarie autorizzazioni altrettanto pubbliche. Gli amministratori e i dirigenti che le rilasciano sono tenuti - ex art.97 della Costituzione - al principio di “buon andamento” oltre a quelli di “economicità”, “efficienza”, “efficacia” ecc. in base ai quali i benefici di ogni atto, provvedimento ecc. della Pubblica amministrazione devono essere superiori ai relativi costi.
Chiunque capisce che i costi di un rally in termini di rischio morti e feriti, costi di sicurezza (forze dell’ordine), inquinamento, rifiuti, emulazione da parte dei giovani e conseguenti tragedie sulle strade ecc. sono INFINITAMENTE superiori ai relativi benefici (qualche euro in più per i bar della zona?).
A differenza degli incolpevoli piloti e spettatori, coloro che si ostinano a rilasciare simili autorizzazioni sono da mettere sotto inchiesta. Se venisse imposto, per ogni provvedimento pubblico, l’obbligo di indicare anche i costi molte famiglie non piangerebbero, come fanno ora, per il resto dei loro giorni. Nessuno si azzarderebbe ad autorizzare un rally dopo aver appena scritto (tra i possibili costi) che possono esserci dei morti!
Poveri ragazzi, maledetta la “classe dirigente” nelle mani (nel caso in esame sporche di sangue) della quale è finito il nostro disgraziato Paese.
Luciano Dissegna
Romano d'Ezzelino