Dalla gelosia alla follia omicida. Il dubbio, l’assillo che la moglie lo tradisse ha armato la mano di Francesco Nunziata, don Ciccio per tutti. Imprenditore, titolare del supermercato «Etè» in via Marigliano 26 a Somma Vesuviana, l’uomo che ieri mattina – poco dopo le 9.30 - ha inferto una coltellata mortale a sua moglie e ferito colui che considerava suo rivale, ha settant’anni, classe 1951. Sua moglie, Vincenza Tortora, volto familiare per chi frequentava ogni giorno il supermercato gestito dalla famiglia all’interno dell’area commerciale, ne aveva 63.
Uccisa dal marito per gelosia, i sospetti sulla relazione
Sulla dinamica del delitto ci sono ancora ombre. Francesco Nunziata era geloso, sospettava che la moglie avesse una relazione e i sospetti devono essere divenuti, giorno per giorno, tormenti che hanno eroso il buonsenso e la stessa umanità. Ieri mattina ha atteso colui che considerava il suo rivale: lo aveva convocato lui stesso con una scusa, il presunto «innamorato» di sua moglie, un commerciante di latticini residente a Sant’Anastasia, fornitore del supermercato. Tra i due è scoppiata una lite alla quale poi si è aggiunta la voce di Vincenza. Nella concitazione del momento, tra le mani di Nunziata è comparso un coltello. Le prime ricostruzioni confermano che il primo ad essere stato colpito sarebbe stato il fornitore 46enne, poi è toccato alla moglie, Vincenza. Una o più coltellate, questo lo stabilirà l’autopsia già disposta ma di sicuro una, quella al cuore, le è stata fatale. Ed è morta lì, nel parcheggio di Etè «Cuori e Sapori» la donna che al suo assassino aveva dedicato la vita, che gli aveva dato due figli. Ferito gravemente, l’altro uomo è stato soccorso da un’ambulanza del 118 e trasportato al vicino ospedale di Nola. Nel corso della giornata di ieri le sue condizioni sono divenute sempre più preoccupanti e la prognosi riservata farebbe presupporre un quadro clinico a rischio.
Ucciso al bancomat di fronte alla moglie a colpi di pistola: fermato un sospetto a Lecce
La coppia non abitava a Somma Vesuviana. Lei era originaria di Saviano, lui di San Gennarello di Ottaviano, ma avevano scelto la cittadina sotto il monte Somma per aprire un’attività a conduzione familiare. E la comunità di Somma Vesuviana ieri ha pianto Vincenza, con una serpeggiante incredulità nell’apprendere che ad ammazzarla era stato il marito, descritto da tutti coloro che lo conoscevano come un uomo «calmo e perbene». L’amministrazione comunale ha fatto sapere che oggi alle 9.30, tutte le donne della giunta e del consiglio comunale, quelle impegnate nella scuola e nel volontariato, si incontreranno a Palazzo Torino per alzare la scritta «no alla violenza, sì alla vita», con due minuti di silenzio per le vittime di femminicidio.
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