L’industria del turismo marcia a pieno regime ma fatica a trovare chi la sostenga. Dopo la marcata ripresa del 2022, anche per quest’anno si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero. Ma la crescita del settore, tuttavia, si scontra con le difficoltà di reperimento del personale. Tanto che per la Pasqua e per i mesi primaverili legati ai ponti si stimano 50 mila posizioni vacanti nelle imprese turistiche.
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LE DIFFICOLTÀ
Ma ci sono difficoltà anche per gli addetti alle pulizie (4 mila posti in ballo) e magazzinieri (mille). Quanto alle fasce professionali più qualificate, quelle di fascia professionale più qualificate, si va a caccia di 10 mila posti. E in particolare contabili (2 mila e 500), baristi (2 mila), informatici e assistenti reception (mille e 500) e cuochi (mille). Un lotto di 3 mila posti per i quali latitano i candidati riguarda infine i bagnini. E dire che alcuni stipendi non sono niente male. Per un cameriere semplice si parte da 1.560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista la base supera i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere. La mancanza di personale porterà nei prossimi mesi le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile dal punto di vista organizzativo dei processi produttivi, senza trascurare che le destinazioni concorrenti dell’Italia sono già pronte a migliorare i volumi degli arrivi turistici del 2022. In particolare, per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività. «La mancanza di personale nel turismo ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza. Così è impossibile gestire i picchi di attività: in particolare in alcune aree come la riviera romagnola. Ma problemi si riscontrano anche in Sicilia e in Sardegna», si sfoga Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti, aggiungendo che «è necessario trovare una soluzione, anche utilizzando le risorse del Pnrr».
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