Suviana, chi è Gaetano Castellano, il carabiniere subacqueo che ha recuperato i corpi. Le suppliche dei familiari: «Riportaceli indietro»

Venerdì 12 Aprile 2024 di Claudia Guasco
Suviana, chi è Gaetano Castellano, il carabiniere subacqueo che ha recuperato i corpi. Le suppliche dei familiari: «Riportaceli indietro»

dalla nostra inviata


BARGI (BOLOGNA) La torre dei piloti al porto di Genova che crolla al suolo colpita in pieno da una portacontainer, la Costa Concordia che naufraga e ora l'incendio alla centrale di Bargi.

Gaetano Castellano, brigadiere del gruppo subacqueo dei carabinieri del Nucleo di Genova, ha una lunga esperienza sul campo e ora è in prima linea nella tragedia dell'impianto che si affaccia sul bacino di Suviano. «E il pensiero torna inevitabilmente agli interventi precedenti», racconta.

L'ESPERIENZA

Ogni volta è differente, quello che non cambia è la capacità di mantenere la freddezza negli eventi ad alto tasso di criticità. «Concordia, torre piloti e adesso l'incidente nella centrale sono tutti interventi con caratteristiche estreme specifiche, quello che li accomuna è l'impatto emotivo sempre molto forte», spiega davanti ai cancelli dell'impianto. Bisogna separare la testa dal cuore, dice, «con gli anni lo acquisisci e lo metti in pratica quando serve. Si chiama esperienza». Per Castellano e i suoi colleghi l'asticella è sempre molto alta, in questo caso gli ostacoli sono rappresentati da un'esplosione nel sottosuolo, con successivo crollo e allagamento. «Noi abbiamo verificato dapprima la pare centrale della struttura, operando con i droni subacquei, per appurare se ci fossero falle. Questa mattina sono sceso nel sottosuolo della centrale con il personale dei vigili del fuoco per fare un prelievo dei campionamenti d'acqua nella zona della deflagrazione». E si è trovato di fronte al disastro: «Potete immaginare cosa resta dopo un'esplosione. Rovine, muri neri, olio ovunque che stiamo aspirando. Grazie a questa ripulitura ora l'acqua è più limpida, quindi è più facile individuare i corpi dei dispersi». Il lavoro di Castellano però non è solo d'azione, c'è la parte più dolorosa del rapporto con i parenti delle vittime. «Anche in questo caso la sensibilità si matura con il tempo. Facciamo sentire la nostra vicinanza, stiamo loro accanto anche fisicamente. Parliamo, li confortiamo, cerchiamo di infondere coraggio anche quando tutto sempre perduto. Che domande ci fanno? Riportatecelo indietro. Che sia sopravvissuto o una vittima. E' questa in sostanza la nostra missione. Salvare il maggior numero di dipersi possibile, oppure restituire il corpo alle famiglie. Alla fine è solo così che possono chiudere il cerchio».

I ROBOT

Tra gli uomini accorsi alla centrale di Bargi c'è anche Giuseppe Petrone, responsabile dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Con Castellano ha condiviso la tragica esperienza della nave da crociera della Costa. Lo scenario in cui si lavora qui a Bargi per cercare i dispersi, riflette, «è molto simile alle attività che abbiamo sviluppato nell'ambito della Concordia. Perché l'ambiente è difficile, è a visibilità praticamente nulla, si opera al tatto ed è un'area sotterranea che ovviamente non si presta alle manovre di recupero». Da martedì, spiega,, «stiamo facendo tutto il possibile: noi le consideriamo persone in vita e non ci fermiamo mai. Le attività vanno avanti a oltranza, abbiamo fatto ricerche anche con robot filoguidati dalla superficie». Dove non possono arrivare i soccorritori, si tenta con la tecnologia anche se a volte nemmeno questo è sufficiente. «Stiamo operando in uno scenario che risulta complesso, perché oltre a essere stato interessato da uno scoppio si è verificato il successivo cedimento parziale di un solaio. E abbiamo l'ottavo, il nono e il decimo piano completamente allagati. Stiamo riducendo la quantità di acqua per agevolare l'attività dei sommozzatori». Sarà un'altra lunga notte.
 

Ultimo aggiornamento: 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA