Strage Suviana, dalle cause dell'esplosione ai lavori nell'impianto: inchiesta per disastro colposo

Davanti alla centrale la protezione civile ha allestito un punto di raccolta per le famiglie delle tre vittime e dei quattro dispersi

Giovedì 11 Aprile 2024 di Claudia Guasco
Strage Suviana, dalle cause dell'esplosione ai lavori nell'impianto: inchiesta per disastro colposo

Le torri fotoelettriche hanno illuminato per tutta la notte il piazzale della centrale di Bargi.

Con quattro operai ancora sepolti chissà dove nel cuore dell’impianto, tra quaranta e sessanta metri di profondità, solo cause di forza maggiore possono fermare le ricerche. Non la determinazione dei soccorritori di restituire i corpi alle loro famiglie.

A tre giorni dall’incendio, forse innescato dallo scoppio di un alternatore collegato a una turbina, immaginare di estrarre qualcuno vivo «sarebbe un miracolo», ammettono i vigili del fuoco. «Continuiamo a lavorare, ma le speranze di trovare vivi i dispersi ormai sono pari a zero».

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Strage di Suviana, condizioni ostili

Ieri sera attorno alle otto i sommozzatori hanno indossato tuta e bombole e sono tornati a immergersi nell’acqua che, dopo la deflagrazione, ha invaso i piani meno nove e meno dieci, salendo progressivamente al meno otto. È qui che lunedì attorno alle 15, durante il collaudo del secondo gruppo di generazione, si è verificata la deflagrazione. Con conseguenze spaventose. «Prima c’è stata l’esplosione, poi un incendio, un crollo, un allagamento. Credo che questo renda oggettiva la situazione», sintetizza i dirigente dei vigili del fuoco Luca Cari. Dopo le prime, concitate fasi del soccorso, nell’edificio non sussistevano le condizioni minime di sicurezza per proseguire.

Gli ingegneri dovevano valutare la stabilità della struttura, mentre la gigantesca condotta che dalla montagna pompa acqua nei due sensi rappresentava un pericolo: «Contiene migliaia di metri cubi d’acqua e senza il preventivo svuotamento l’ipotetica rottura di una valvola rappresentava un rischio inaccettabile», spiegava Cari. Ora si ricomincia, con gli interventi senza sosta dei sommozzatori, i droni acquatici in esplorazione, le idrovore che svuotano i vani sotterranei. Si tratta di ambienti vasti, circa mille metri quadrati, in condizioni definite ostili: «Sono pieni di macerie, parti di lamiera e pezzi di cemento armato. Immergersi nel buio, a tentoni, con visibilità nulla rende tutto oltremodo complicato. Stiamo combattendo contro questa situazione. Non abbiamo tempi certi, sono operazioni lente e difficili», sottolinea Cari.

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L’INCHIESTA
Davanti alla centrale la protezione civile ha allestito un punto di raccolta per le famiglie delle tre vittime e dei quattro dispersi. Vengono qui a riprendersi gli effetti personali lasciati negli armadietti, un carro attrezzi se ne va con l’auto di un operaio che non c’è più. Sulle sponde del bacino di Suviana l’angoscia è un velo pesante, la tragedia è una ferita per l’intera comunità: molte famiglie hanno un padre o un figlio che lavora alla centrale, la maggior parte dei dipendenti abita in zona. «Questo non e il momento delle accuse, ma delle lacrime e del dolore. Del lavoro per curare i feriti e cercare di recuperare vivo, se possibile, qualcun altro dei dispersi. Ma presto vogliamo sapere cosa sia successo, perché tutto ciò e intollerabile», afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, arrivato ieri a Suviana.

Da cosa è dipesa l’esplosione nella centrale idroelettrica? È questa la domanda principale a cui dovrà rispondere l’inchiesta dei carabinieri, coordinati dal procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e dal pm Flavio Lazzarini. Il fascicolo è stato aperto con le ipotesi di accusa di disastro colposo e omicidio colposo, imminenti sono le iscrizioni tecniche nel registro degli indagati necessarie anche per svolgere gli accertamenti irripetibili. Da un anno nell’impianto erano in corso interventi di manutenzione straordinaria: bisognerà ricostruire con esattezza di che tipo, i ruoli delle ditte in appalto e degli operai specializzati impiegati nella centrale.

GLI ACCERTAMENTI
«Per fare questi lavori di aggiornamento tecnologico di fornitura, montaggio e collaudo, avevamo scelto tra le migliori ditte, le migliori società nel campo dell’elettrico e dell’idroelettrico: Siemens energy srl, Abb, Voith», ha sottolineato l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei. E i subappalti? «Questa domanda va rivolta ai contractor, che a loro volta possono rivolgersi ad altri esperti, perché questi lavori possono essere fatti solo da specialisti», replica. Alla tragedia di Suviana i sindacati hanno risposto con una mobilitazione. Uno striscione con la scritta «Adesso basta!» ha aperto corteo di Cgil e Uil a Bologna, che si è messo in marcia stamane nel giorno dello sciopero generale nazionale per la sicurezza sul lavoro. In Emilia-Romagna l’astensione è stata raddoppiata nella durata, a otto ore, dopo il disastro della centrale.

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 00:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA