Stupro di Caivano, nel branco anche i figli dei boss. Ipotesi video venduti nel dark web (per migliaia di euro)

Al setaccio i telefonini dei ragazzi. Sequestrato anche quello di una mamma

Domenica 27 Agosto 2023 di Marco Di Caterino
Stupro di Caivano, nel branco anche i figli dei boss. Ipotesi video venduti nel dark web (per migliaia di euro)

La chiave di svolta nelle indagini sullo stupro di gruppo perpetrato nel Parco Verde di Caivano, con due ragazzine di dieci e dodici anni vittime del branco, potrebbe arrivare dalle analisi tecniche della decina di cellulari sequestrati dai carabinieri.

Nelle memorie di queste “scatole nere”, gli inquirenti cercano video, conversazioni in chat e lavorano all’ipotesi che uno dei filmatini sia stato venduto nel dark web, dove la richiesta di questo lurido materiale è enorme e può fruttare migliaia di euro. Un passaggio fondamentale questo, visto che uno degli investigatori davanti a tanto scempio e crudeltà ha chiosato: «Quelli di Palermo (il riferimento è al branco responsabile dello stupro di una 19enne, ndr) rispetto a questi del Parco Verde sono stati meno aggressivi». 

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I CELLULARI

In particolare, l’attenzione degli inquirenti sarebbe concentrata sui telefonini di quei due minorenni, figli di capi piazze di spaccio, attive una nel Parco Verde, l’altra nel complesso di edilizia popolare Iacp di via Atellana noto come “’o bronx”. Figli di personaggi di spicco della criminalità organizzata, ragazzi che appartengono alla cosiddetta “borghesia delle piazze di spaccio», pieni di soldi, abiti firmati, spocchia da camorristi. Capibranco per fattori economici e soprattutto per appartenenza alla criminalità che conta, quella che con pochi spiccioli, briciole, riesce a far girare tra il Parco Verde e lo stesso “bronx” in qualche modo il welfare criminale. Un esempio? Nei giorni antecedenti il periodo pasquale, i carabinieri hanno accertato che proprio nel “bronx” gli affiliati al clan distribuirono pubblicamente un centinaio di pacchi viveri, colombe e uova pasquali comprese, alle famiglie del disgraziato quartiere. E questo spiegherebbe anche il pesante velo di omertà che per mesi ha consentito il protrarsi delle violenze sulle due povere e indifese ragazzine e incrementato la convinzione dell’intoccabilità degli stupratori: anche per questo il branco è poi cresciuto a dismisura.

LA PSICOSI

Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Tra i cellulari sequestrati, figurerebbe anche quello in uso alla mamma di una delle due ragazzine. Un atto finalizzato ad accertare eventuali responsabilità in tema di controllo genitoriale. E come era accaduto nove anni fa, quando fu uccisa Fortuna Loffredo, nel Parco Verde è scattato il coprifuoco per i bambini, ancora una volta i più penalizzati, ora costretti a stare in casa per la psicosi degli orchi, i cui nomi erano noti in tutto il quartiere. «Questa volta – sbotta Filomena, nonna sitter per un nugolo di nipoti che ora sorveglia con l’attenzione di un doberman – i giornali hanno fatto bene scrivere di queste schifezze. Ora siamo ancora più attente. Ma è uno scandalo che nessuno ci avesse avvertiti del pericolo che potevano correre i nostri bambini. Ancora una volta chi abita nel Parco Verde è considerato carne da macello». 
Intanto la procura dei minorenni di Napoli ha disposto l’avvio di una indagine in merito alla fuga di notizie registrata nell’ambito degli accertamenti investigativi sulle presunte violenze alle due ragazzine. Un atto per tutelare le presunte vittime e le loro famiglie. Due le procure che indagano. Quella dei Minori, che ha predisposto percorsi di sostegno con l’ausilio di un curatore e di consulenti, tra cui uno psicologo, per la valutazione e la reintegrazione dei nuclei familiari delle piccole vittime. E quella di Napoli Nord, per i maggiorenni coinvolti. Entrambi gli uffici giudiziari hanno aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di stupro di gruppo. 

IL SUPPORTO
Sulla vicenda è intervenuto ancora l’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia di una delle due ragazzine: «Tutti i giovani e non di meno gli adulti che vivono in quel contesto degradato - dice il legale - dovrebbero essere sottoposti a un analogo percorso psicologico e socio-relazionale per avere riferimenti positivi e di cognizione di altri valori e abitudini di vita che per molto tempo anche le istituzioni non hanno saputo seminare e sviluppare in danno di tutti». Anche per questo, fa sapere Pisani, «nel corso delle nostre indagini difensive metteremo in campo una squadra di psicologi e consulenti esperti in sociologia e di tutela dei minori, che avrà il compito di spiegare a questi bambini cosa sta succedendo intorno a loro».
 

Ultimo aggiornamento: 07:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA