Nello Musumeci, ministro della Protezione Civile e del Mare, preoccupa l’emergenza siccità. L’Associazione nazionale consorzi di bacino parla di 3,5 milioni di italiani a rischio razionamento idrico.
«Premesso che il razionamento è competenza di Regioni ed enti locali, mi sento di dire che per questa estate si potrebbe scongiurare il pericolo.
Prego.
«La carenza idrica è una realtà da anni, non solo un’emergenza. Cosa si è fatto negli ultimi anni? Questo governo, con la nuova cabina di regia e in vista della possibile nomina di un commissario, lavora a un piano di medio-lungo termine».
Ci sono le risorse?
«Si. Complessivamente, tra fondi nazionali ed europei, i ministeri che si occupano del settore idrico dispongono già di quasi 8 miliardi di euro. Dovevano essere spesi prima, la burocrazia e lo scarso coordinamento hanno rimandato troppo a lungo».
Stanzierete fondi per i dissalatori nelle Regioni?
«Investire in dissalatori e depuratori è uno dei nostri obiettivi. Guardiamo al modello israeliano per ridurre gli sprechi, ad esempio non usare acqua potabile per irrigare i campi».
Oggi è il giorno del rigassificatore a Piombino. Cosa risponde alle proteste ambientaliste?
«Chiedo agli integralisti: ci sono alternative? Non si può dire sempre no. In emergenza è un dovere usare le nostre risorse naturali. Anche per questo da governatore non mi sono opposto al rigassificatore a Porto Empedocle».
Arriva il Ponte sullo Stretto. Questa volta davvero?
«Sui tempi non mi sbilancio, sanno i tecnici. Il dato politico è che questo governo ha fatto del collegamento tra le due sponde una priorità in agenda».
«Tutt’altro. È un impegno serio. Definiremo in tempi certi il ciclo della ricostruzione per qualsiasi territorio colpito da una calamità, sia essa un sisma o un’alluvione».
«Nove, dieci anni al massimo. Un arco sufficiente per far ripartire anche le aree colpite dal terremoto nel Centro-Italia. Se nel frattempo spezziamo lacci e lacciuoli burocratici».
«Non so del passato. Il nuovo commissario Guido Castelli in settimana andrà ad Amatrice. In generale vanno riviste leggi concepite per frenare le opere pubbliche e ridurre il numero di enti coinvolti nell’idrogeologico. Non è concepibile che sei, sette enti pubblici intervengano nella gestione dell’acqua, per fare un esempio».
«Ridurremo i tempi per autorizzazioni e bandi. E attiveremo i poteri sostitutivi e sanzionatori».
«Incontrerò l’Ance nei prossimi giorni. Abbiamo disposto l’aggiornamento del prezzario e data facoltà di utilizzare quello regionale».
«Dobbiamo fare i conti con risorse finanziarie limitate. Ma non escludiamo la cessione del credito d’imposta per gli immobili danneggiati. Tutto quel che si può fare si farà. È nostro interesse stimolare anche la ricostruzione privata».
«Affatto, ci tornerò nelle prossime settimane. Resta molto da fare per le costruzioni private coinvolte, è una nostra priorità accelerare ovunque e fermare l’esodo di cittadini dalle aree interne alle città e la costa».
«Non credo, Guardia Costiera, Finanza e Marina hanno salvato centinaia di migliaia di vite e continuano a farlo. Bisogna bloccare all’origine i traffici illegali e aprire corridoi per i profughi in Tunisia, Libia, Turchia. Il resto è polemica inutile»