Reddito di cittadinanza sospeso, come ottenere di nuovo il sussidio? Cos'è l'assegno di inclusione? A chi spetta il contributo di Formazione?

Dal ministero del Lavoro disponibili online le Faq per rispondere a dubbi e domande

Lunedì 31 Luglio 2023 di Francesco Bisozzi
Reddito di cittadinanza, come (ri)ottenere il sussidio? Cos'è l'assegno di inclusione? A chi spetta il contributo di Formazione?

L’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro. Sono queste le misure che prenderanno il posto del reddito di cittadinanza. La prima diventerà operativa dall’inizio dell’anno prossimo, mentre la seconda già a settembre. Ma chi ne avrà diritto? E per quanto tempo? Come vanno presentate le domande? Che succede se si perde il lavoro? Si può presentare una nuova domanda? Sul sito dell’Inps, da ieri, sono comparse le Faq ai cittadini.

La novità è che il Reddito può essere riattivato per chi viene preso in carico dai Servizi Sociali: se questa presa in carico degli ex beneficiari arriva all’Inps entro il 31 ottobre il beneficio può essere riattivato fino al 31 dicembre dando diritto agli arretrati.

IL VADEMECUM
Dopo che nei giorni scorsi l’Inps ha inviato un sms ai percettori del reddito di cittadinanza che ad agosto perderanno il sussidio, in molti si stanno chiedendo come funzioneranno i nuovi aiuti. Il supporto per la formazione e il lavoro, il primo a essere attivato, è destinato alle persone tra 18 e 59 anni, ovvero ai cosiddetti occupabili, con un Isee fino a 6mila euro annui. L’Assegno di inclusione invece sosterrà i nuclei familiari al cui interno sia presente almeno un disabile, un minorenne o un soggetto di 60 anni o più. Intanto a giugno il reddito e la pensione di cittadinanza hanno raggiunto poco più di un milione (1.010.536) di famiglie, corrispondenti a 2,1 milioni di persone coinvolte, per una spesa di 571,6 milioni. A maggio i beneficiari erano 1.045.662, per 590,8 milioni di spesa. L’importo medio a famiglia a giugno è stato di 565,69 euro.

Chi continuerà a percepire il sussidio?

Nel 2023 la durata del reddito di cittadinanza rimane di dodici mesi soltanto per le famiglie dove ci sono dei minori, persone con disabilità o persone di età pari o superiore ai 60 anni. Per i cosiddetti occupabili invece il discorso è diverso: potranno percepire il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre solo quelli che risultano presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro.

Per tutti gli altri la durata del sussidio quest’anno non può superare la soglia dei sette mesi. Si precisa che la presa in carico da parte dei servizi sociali non è prevista per quei nuclei che presentano solo bisogni di tipo lavorativo, i cui componenti in età attiva sono stati indirizzati ai Centri per l’impiego.

Che cosa si intende per assegno di inclusione?

L’assegno di inclusione è una misura di contrasto alla povertà, fragilità ed esclusione sociale delle fasce deboli della popolazione, che prevede l’attivazione di percorsi di inserimento sociale, formazione, lavoro e politiche attive del lavoro. Di fatto è quello che, solamente per “i fragili”, sostuirà a partire dal prossimo anno il Reddito di Cittadinanza.

Il contributo economico sarà erogato a partire da gennaio ed è destinato ai nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di persone con disabilità, minori, over 60 o componenti in condizione di svantaggio, inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari.

 

 

Chi potrà beneficiare del contributo per la Formazione?

Questo strumento si attiverà a settembre e si rivolge a tutti i componenti tra i 18 e i 59 anni dei nuclei familiari con Isee non superiore a 6mila euro e che non sono in possesso dei requisiti per accedere all’Assegno di inclusione. Il Supporto per la formazione e il lavoro prevede la partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, accompagnamento al lavoro e politiche attive del lavoro.

C’è il problema dei tempi, però: chi perde il Reddito di cittadinanza in quanto abile al lavoro, lo perde già dal primo agosto, mentre i corsi di formazione (che dovrebbero attivare le Regioni) non ci saranno almeno fino a settembre. Il governo ha fatto sapere che verranno pagati gli arretrati.

Qual è la somma che verrà percepita nelle diverse forme?

Per quanto riguarda l’Assegno di inclusione, quello che sostituisce il Reddito di Cittadinanza (ma solo per i nuclei familiari che hanno fragili, minori o over 60) l’importo integra il reddito familiare fino alla soglia di 6mila euro annui moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Il beneficio viene erogato per massimo 18 mesi, rinnovabili per periodi ulteriori di 12 mesi previa sospensione di un mese.

Più contenute invece le cifre erogate nell’ambito del Supporto per la formazione e il lavoro: 350 euro al mese per al massimo un anno, più o meno la metà del precedente Rdc. Per ottenerli basta frequenta i corsi, da capire se bisogna aspettare di averli conclusi.

Come devono essere presentate le domande?

L’Assegno di inclusione deve essere richiesto telematicamente all’Inps o rivolgendosi ai Caf convenzionati o ai Patronati. La richiesta di accesso al Supporto per la formazione e il lavoro deve avvenire telematicamente tramite la medesima piattaforma attivata per l’Assegno di inclusione. Tra i requisiti richiesti anche un valore ai fini Imu del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro e un valore del patrimonio mobiliare non superiore a seimila euro, accresciuto di duemila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo e di ulteriori 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo.

Chi si è dimesso dal lavoro ha diritto agli aiuti?

No, almeno non nell’immediato. Infatti non ha diritto all’Assegno di inclusione il nucleo familiare di cui un componente risulta disoccupato a seguito di dimissioni volontarie. Lo stop all’erogazione del sussidio resta valido per i dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa, nonché le risoluzioni consensuali del contratto di lavoro intervenute nell’ambito della procedura di conciliazione.

Per fare una nuova domanda, il decreto non pone divieto di presentazione di nuove domande e di domande di rinnovo di RdC, fermo restando il limite di sette mesi complessivi di fruizione in corso d’anno per chi non rientra nelle categorie “protette”.

Chi si occuperà dei controlli contro i furbetti?

Al fine di garantire un corretto utilizzo di questi due nuovi strumenti sono previsti controlli coordinati da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dei Carabinieri. L’Ispettorato avrà inoltre accesso a tutte le banche dati dell’Inps. Infine, il ministero del Lavoro adotterà un piano triennale di contrasto all’irregolare percezione delle misure.

Per chi rientra nel percorso dei Servizi sociali, saranno questi ultimi (entro sette mesi e non oltre il 31 ottobre 2023), a comunicare all’Inps l’avvenuta presa in carico per il tramite della piattaforma GePI, da cui vengono estratti e inviati all’Inps i dati relativi ai nuclei familiari per i quali risulta finalizzata l’analisi preliminare.

L'assegno unico e di inclusione sono compatibili?

Sì, l’Assegno di inclusione è compatibile con l’assegno unico erogato per i figli, ma da ora in avanti (cioé da gennaio 2024) chi lo riceveva in passato dovrà fare attenzione a un aspetto procedurale. I percettori del reddito di cittadinanza, infatti, finora hanno ricevuto l’assegno unico per il figlio (o i figli) in maniera automatica, ovvero senza bisogno di presentare una specifica domanda all’Inps.

Dal prossimo anno, invece, chi entrerà a far parte della platea dei beneficiari dell’Assegno di inclusione dovrà invece presentare un’apposita richiesta per ottenere anche il contributo per i figli (di importo variabile a seconda dell’Isee). Un doppio controllo in più, che dovrebbe servire a scongiurare possibili truffe.

Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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