Trattori, primo accordo. Meloni: «Taglio Irpef ai redditi bassi». Ma gli agricoltori sono spaccati

Tensione Lega-FdI. E Salvini alza il tiro: «Si può fare di più»

Sabato 10 Febbraio 2024 di Francesco Malfetano
Trattori, primo accordo. Meloni: «Taglio Irpef ai redditi bassi». Ma gli agricoltori sono spaccati

«Siamo accanto a voi, ma in 16 mesi non è possibile fare i miracoli».

Alla fine, quando i trattori sono alle porte di Roma e quasi minacciano il Festival di Sanremo, è Giorgia Meloni a cercare di tirare il freno. E lo fa convocando a Palazzo Chigi una sorta di Cdm allargato a cui prendono parte una decina di ministri e le principali associazioni di categoria, ma non i rappresentanti del movimento “Riscatto agricolo”.

 

E cioè non chi, su quei trattori marciati fino a Bruxelles, ci sta seduto veramente. Impossibile legittimarli con una chiamata a piazza Colonna. Impossibile lasciar passare il messaggio che il governo si sia sentito sotto scacco. E quindi se durante il vertice la premier mostra tutta l’attenzione e la buona volontà che l’esecutivo già rivendica per quanto fatto finora («In Europa il governo ha difeso gli agricoltori e contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione»), sarà poi a sera il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a riportare ai leader della protesta le proposte per il settore, in un incontro convocato ad hoc al ministero. 

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LE MISURE

Il pacchetto è corposo e affianca a un paio di misure simbolo che vanno da più controlli per far rispettare i prezzi agricoli, alla difesa del Made in Italy, fino al potenziamento del fondo di garanzia dell’Ismea per consentire alle imprese di accedere al credito bancario con tassi di interesse ridotti e allo stanziamento di 300 milioni per il prossimo triennio per far fronte alle emergenze in agricoltura. Ma soprattutto alla tanto acclamata esenzione dell’Irpef ai redditi che non superano i 10 mila euro. Vale a dire, spiega Lollobrigida, che garantirà «più del 90% delle imprese agricole».

Le sigle presenti a Palazzo Chigi applaudono convinte nelle diverse sfumature di vicinanza all’esecutivo che rappresentano. Dai più governativi di Coldiretti (il presidente Ettore Prandini è arrivato prima degli altri da Meloni, ma c’è chi sostiene abbia ricevuto una lavata di capo dalla premier per non aver “tenuto a bada” il settore di competenza e anche chi vede “dietro” ai trattori un tentativo di affondare Prandini da parte del rivale Vincenzo Gesmundo), al bicchiere mezzo pieno di Confragricoltura («Il ripristino dell’esenzione Irpef deve riguardare tutti gli agricoltori» dice il presidente Massimiliano Giansanti) e a qualche critica silente di Cia-Agricoltori Italiani, Fedagripesca e Copagri. Tutti più o meno soddisfatti in pratica, eccetto Matteo Salvini. L’unico in collegamento - da Bari - e l’unico a mostrarsi contrito tra i ministri (presenti tra gli altri anche Antonio Tajani, Raffaele Fitto e Luca Ciriani). Il vicepremier si dice convinto che il “suo” ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti (a cui fa i complimenti per «l’elegantissimo maglioncino») sarebbe in grado di trovare maggiori risorse. E, quindi, che sia possibile «fare di più». Posizione poi ribadita sia da una nota del Carroccio («Serve uno sforzo maggiore») che dall’intervento del segretario dal palco di Potenza: «Le politiche europee sono folli, suicide, miopi. Occorre andare a Bruxelles rivendicando l’orgoglio e la difesa dell’agricoltura italiana».

LA CONTESA

È solo l’ultima evoluzione di una contesa quasi elettorale, che FI e Lega ieri pensavano di combattere a colpi di incontri politici e «risposte strutturali», e che la premier ha chiuso con la mossa di Palazzo Chigi. Del resto che FdI avesse in mente un colpo di coda dopo giorni di profilo basso, lo si era capito al mattino quando fonti di via della Scrofa lasciavano filtrare un emendamento al milleproroghe che sospende per sei mesi l’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli. Un attacco piuttosto diretto al Mit di Salvini, peraltro reiterato proprio da Lollobrigida che durante il lungo giro di tavolo pomeridiano avrebbe rincarato la dose puntando il dito contro il vicepremier prima chiedendogli di occuparsi di quanto di sua competenza («Il sistema delle assicurazioni è inefficace e scorretto») e poi ricordando come «tutti hanno votato la Legge di Bilancio» che conteneva lo stop all’esenzione dell’Irpef.
La sensazione, trattori a parte, è che non finisca qui. L’emendamento dei relatori con cui si definirebbe la «mini-esenzione» per i redditi fino a 10mila euro è destinato a finire nero su bianco solo lunedì mattina. Qualche altra ora per la Lega per rilanciare con una franchigia di 20mila euro, se non 25mila. Un infinito ping pong che, al di là «dell’incontro andato abbastanza bene» secondo “Riscatto agricolo”, intanto ieri non è bastato a preservare il raccordo anulare della Capitale dal lento incedere dei trattori nonostante lo stesso ministro Lollobrigida li abbia raggiunti sulla Nomentana per tentare l’estrema mediazione.

Ultimo aggiornamento: 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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