Pensioni, per la riforma spunta Quota 96: cos'è, per chi vale e come può cambiare Opzione donna. Il piano del governo e il tavolo con i sindacati

L'opzione di Quota 96, riservata ai lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, permetterebbe di uscire con 61 (o 60) anni di età e almeno 35 anni di contributi versati

Domenica 23 Luglio 2023 di Giacomo Andreoli
Pensioni, per la riforma spunta Quota 96: cos'è e per chi vale. Il tavolo con i sindacati

Prosegue il confronto tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Per mercoledì prossimo, 26 luglio, è fissato un nuovo tavolo tra le parti sociali e l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale. Tante le opzioni possibili per gli interventi da fare sulla previdenza con la prossima legge di Bilancio e nel 2024.

L'obiettivo del governo Meloni è cancellare la legge Fornero, ma per farlo sono necessarie risorse al momento non reperite.

Si punta per ora a estendere l'attuale Quota 103 al 2024, ma potrebbe scattare anche l'opzione di Quota 41 contributiva. Con la prima si va già in pensione con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma la misura scade a dicembre. Con la seconda si andrebbe in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall'età, ma con l'assegno calcolato con il metodo contributivo (che significa importi più bassi in alcuni casi anche del 20-30%).

Tra le possibilità, poi, c'è l'estensione di Opzione donna, che potrebbe tornare com'era prima del taglio dell'ultima Manovra e Quota 96, riservata ai lavoratori gravosi. Una sorta di Ape sociale 2.0. La vera novità delle ultime ore è proprio questa. 

Riforma delle pensioni, il piano del governo

Prima di ottobre non ci saranno novità: il governo deve valutare quante risorse saranno a disposizione per il prossimo anno. L'idea di Giorgia Meloni sembra però essere quella di intervenire Opzione donna, così da ampliarne la platea dopo il taglio considerevole effettuato dall’ultima legge di Bilancio, oltre a confermare Quota 103 e potenziare l’Ape sociale.

Entro fine settembre bisognerà approvare la nota di aggiornamento al Def, spartiacque in vista della legge di Bilancio 2024, con cui verrà definitivamente chiarito il dubbio riguardo alle risorse a disposizione. Prima della pubblicazione del documento che aggiorna il Def non ci saranno nuovi incontri con i sindacati.

Come funzionerebbe Quota 96

Quota 96 permetterebbe l'uscita con 61 anni d'età e 35 di contributi solo per alcune categorie sociali. E tra queste ci dovrebbero essere quelle dei lavori impegnati in attività gravose e usuranti. Con questo nuovo strumento l'Ape sociale verrebbe comunque confermata. Se poi saltasse Quota 96 si potrebbe estendere proprio l'attuale Ape.

Lo strumento, poi, potrebbe anche aprirsi anche alle donne, se non ci fosse un intervento specifico su Opzione donna. Istituita dall'articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di Bilancio 2017, l'Ape sociale prevede un'indennità a carico dello Stato erogata dall'Inps, entro dei limiti di spesa, a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all'estero.

L'indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all'età per la vecchiaia. In vigore sperimentalmente dal 1° maggio 2017 la scadenza, in seguito a successivi interventi normativi è stata prorogata fino al 31 dicembre 2023.

Come può cambiare Opzione donna

Su Opzione donna per il 2024 si cerca un compromesso: il governo sta pensando a un requisito anagrafico a 60 anni di età, senza distinzioni legate al numero di figli o al lavoro. Verrebbe così eliminata la condizione che ne sta limitando di molto l’accesso, quella secondo cui a poter accedere a questo strumento nel 2023 sono solamente le caregiver (ossia chi si occupa di carichi di cura), le invalide civili (in misura pari o superiore al 74%) e coloro che sono state licenziate (o sono in procinto di esserlo). Al momento a essere escluse sono perlopiù le donne nate nel 1964 (e 1965 nel 2024), per le quali ci sarà bisogno di trovare una soluzione con la prossima legge di Bilancio.

Le altre Quote

Se da un punto di vista politico l’ipotesi “Quota 41" (ovvero l’uscita con 41 anni di contribuzione indipendentemente dall’età) resta nel programma di maggioranza, e verrebbe certo incontro alle richieste dei sindacati, questa formula potrebbe risultare troppo costosa per il 2024. Anno per il quale la lista degli impegni finanziari è già lunga: si va dalla conferma del taglio del cuneo contributivo ai lavoratori a un primo intervento sulle aliquote Irpef, senza dimenticare che lo stesso comparto previdenziale assorbirà ulteriori risorse per il nuovo adeguamento degli assegni all’inflazione. Ecco quindi che la soluzione di default per il prossimo gennaio resta la conferma del meccanismo “Quota 103”.

Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 15:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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