Droni Astore e lanciamissili Atacms: così l'Italia rinforzerà il proprio arsenale (e spenderà un miliardo)

L'analisi è di Milex, l'osservatorio sulle spese militari. Sono stati sottoposti al parere delle commissioni Difesa del Parlamento due importanti programmi per l'acquisto di armi

Venerdì 12 Gennaio 2024
Droni armati Astore e lanciamissili Atacms: ecco le nuove armi chieste dall'Italia (per cui spenderà un miliardo)

Droni (i primi a disposizione dell'Aeronautica italiana) e batterie di lanciamissili. Il ministro Guido Crosetto ha intenzione di fornire nuove armi alla Difesa e il valore si attesta a circa un miliardo. L'analisi è di Milex, l'osservatorio sulle spese militari. Sono stati sottoposti al parere delle commissioni Difesa del Parlamento due importanti programmi per l'acquisto di droni armati di produzione italiana (Leonardo) e di batterie lanciamissili ATACMS di produzione americana. Per intenderci, quelli di cui si è tanto parlato perché utilizzati per la guerra in Ucraina.  

I droni

«Il programma relativo all’acquisto di quattro droni armati di classe MALE Astore (prodotti da Leonardo) è strategicamente rilevante perché saranno i primi velivoli senza pilota armati per la Difesa italiana, dato che la versione armata dei Reaper americani non sarà operativa prima della fine dell’anno prossimo - si legge nell'analisi Milex». L'acquisto nasce anche da questa esigenza: così facendo, l'Aeronautica non dovrebbe più aspettare tanto tempo e potrebbe avere da prima - anche se non sono ancora chiari i tempi - i droni Astore. Ancora da stabilire se il drone sarà armato con i missili a guida laser CIRT prodotti dalla turca Roketsan o con altro armamento. Il costo del programma comunque non copre la fornitura dei razzi, se non quelli a salve per esercitazione. «Il costo, pari a 76 milioni di euro, è solo indicativo poiché è a condizioni economiche dello scorso anno: è scontato che aumenterà, tanto che la Difesa ha già ipotizzato un apposito decreto integrativo per eccedenza di costo», si legge. 

I missili

E poi ci sono i lanciamissili a lunga gittata M142 Himars (tra i 150 e i 300 chilometri) della Lockheed Martin, che l'Italia ha deciso di acquistare dopo quanto già fatto da Polonia, Olanda, Estonia, Lituania, Romania, Lettonia e Svezia. Si tratta di 21 piattaforme per l’Esercito montate su camion che affiancheranno altrettante piattaforme analoghe già operative (M270 MLRS in fase di ammodernamento allo standard M270A2) montate su cingolati e quindi meno mobili. 

Come spiega l'osservatorio Milex, «la Difesa giustifica questa acquisizione per la primaria missione di “difesa dello Stato, del territorio nazionale e della popolazione” italiana, anche se nell’autorizzazione alla vendita del Pentagono di metà dicembre si legge che “l’Italia richiede queste capacità per garantire la difesa delle truppe dispiegate, la sicurezza regionale e l’interoperabilità con gli Stati Uniti” e che “questa proposta di vendita sosterrà la politica estera e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”».

I costi

«Il costo dei 21 lanciatori, dei missili tattici ATACMS, dell’addestramento e del supporto logistico, è di 960 milioni di euro (45,7 milioni a piattaforma), sensibilmente superiore al costo delle stesse piattaforme acquistate a fine 2023 dalla Lettonia (30 milioni di dollari, cioè 27,4 milioni di euro l’una) e quasi il triplo rispetto al costo preventivato dal Pentagono nella già citata autorizzazione alla vendita: 400 milioni di dollari, ovvero 365 milioni di euro (17,4 milioni a piattaforma)».

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 00:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci