Nuove misure del governo per i migranti.
Due profughi afghani nascosti in un camion di materiale tessile: non mangiavano da giorni
Le misure
Il Governo intanto lavora con l'Europa e con i Paesi di provenienza e transito per limitare le partenze, che continuano senza tregua soprattutto dalla Tunisia e dalla Libia, nazioni in profonda crisi istituzionale ed economica. E di ieri l'ultima telefonata tra il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi ed il suo collega tunisino Kamel Feki; i due hanno espresso «preoccupazione per il crescente numero di migranti irregolari giunti sulle coste italiane durante il primo trimestre dell'anno in corso». I contatti tra Governi continuano, dunque, per frenare le partenze. Nel frattempo, però, c'è da sistemare chi arriva e non è un compito facile. La situazione più critica si sta verificando a Lampedusa: l'hotspot ha una capienza di 400 posti, ma si superano ormai continuamente le mille presenze. I traghetti di linea ed i mezzi della Guardia costiera finora utilizzati non sono sufficienti ad assicurare il veloce trasferimento degli stranieri sulla terraferma in modo da garantire adeguate condizioni di vivibilità nella struttura. Ecco così che a disposizione del Viminale, grazie alla collaborazione fornita dalla Difesa, ci saranno ora anche navi ed aerei militari che nelle giornate di arrivi record potranno fornire supporto nelle operazioni di trasferimento e dare respiro all'isola.
Ortona, è appena arrivata in porto la nave di Emergency con 161 migranti a bordo
Potenziare i rimpatri
Si punta poi a potenziare i rimpatri, dal momento che il grosso dei migranti - è il ragionamento del Viminale - proviene da Paesi cosiddetti sicuri e non avrebbe i requisiti per ottenere la protezione. L'obiettivo, quindi, è quello di adottare alla frontiera procedure accelerate per l'esame delle domande di protezione, in modo da dare una risposta in tempi più veloci ed agevolare così il rimpatrio per chi non ottiene il diritto di restare in Italia. Collegato a questo aspetto è il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio, dove trova posto chi rifiuta di di farsi identificare. Ne servono di più - almeno uno per regione - e con una maggiore capienza.
Le decisioni del governo
«Il Governo - ha spiegato Piantedosi - è impegnato in una duplice direzione: rallentare o arrestare i flussi di migranti dai focolai più critici, provvedendo anche alla salvaguardia delle persone che scappano da condizioni difficili. Al netto di questo, in qualche modo dobbiamo frenare questo flusso incontrollato, per avere numeri più sostenibili». E si punta, ha assicurato il ministro, ad evitare «un impatto critico sui territori. Non vogliamo vedere le stesse scelte del passato e nemmeno riattivare gli hub per l'accoglienza». La soluzione immediata, ha aggiunto, «è quella di distribuire i migranti in maniera capillare sul territorio come stiamo facendo. Allo stesso tempo, stiamo lavorando con i ministri dell'Interno dei Paesi di transito dei flussi, per trovare soluzioni».
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