È arrivata oggi, 13 novembre, la sentenza di condanna nei confronti di Andrea Piazzolla, l'ex assistente di Gina Lollobrigida ritenuto colpevole di "circonvenzione di incapace" proprio ai danni della Lollobrigida, alla quale, secondo i legali di parte civile, Alessandro e Michele Gentiloni Silverj, Piazzolla avrebbe sottratto oltre 10 milioni di euro.
Andrea Piazzolla e l'ambiguità del rapporto
Classe 1987, Andrea Piazzolla è stato il "factotum" segretario particolare di Gina Lollobrigida per anni: negli ultimi tredici anni l'uomo è infatti stato al fianco della diva non solo nel lavoro, ma anche nella vita privata.
Della sua vita prima di diventare assistente della Lollobrigida non si sa quasi niente, ma l'ambiguità del rapporto con la diva ha sempre destato una grande attenzione mediatica su di lui. "Il rapporto tra me e la signora Lollobrigida è difficile da spiegare e da comprendere", ha dichiarato alcuni mesi fa Piazzolla a Verissimo. "Era un rapporto naturale ed è difficile da comprendere perché vedono una diva e dall'altra parte un giovane ragazzo. Gina era la mia vita, veniva prima di tutto e tutti, anche dei miei genitori", ha dichiarato.
L'inizio del lavoro da assistente
La “Lollo” conosce Andrea Piazzolla nel 2009, all’epoca lui aveva appena 21 anni. Proviene dalla periferia di Tor de’ Cenci e inizia a frequentare la villa della diva sull’Appia Antica, cercando di soddisfare ogni capriccio di Gina. Una volta diventato manager indiscusso dei suoi averi, avrebbe acquistato beni di lusso per 810mila euro. Nel 2015 avrebbe prelevato 58mila euro dai conti della Lollobrigida. L’anno dopo si sarebbe fatto accreditare altri 512mila euro, per poi andare in vacanza con la fidanzata in Costa Smeralda, noleggiando yacht, aerei e suite.
Non contento, Piazzolla (sempre con i soldi dell’attrice) avrebbe acquistato e rivenduto auto di grossa cilindrata - compresa una Ferrari e una Bmw - accreditando l’incasso sul conto dei suoi genitori. Infine, avrebbe venduto tre appartamenti della “Bersagliera” in via San Sebastianello, vicino a piazza di Spagna, per la cifra totale di 2 milioni e 100mila euro. Secondo la Procura, avrebbe sfruttato lo stato di vulnerabilità psichica dell’anziana diva per allontanarla dai parenti e depredare il suo patrimonio.
La difesa della Lollobrigida
Gina Lollobrigida, tuttavia, aveva sempre difeso il suo ex factotum scagliandosi contro il figlio Milko Skofic e il nipote Dimitri, ovvero coloro che hanno dato il via ai diversi procedimenti rivolgendosi alla procura. “È come un figlio per me, mi sta accanto come un figlio, mi ha aiutato ad andare avanti. La sua figlia Gina si chiama come me, è una tigre. Andrea non ha mai sbagliato. È una persona brava e per avermi aiutato sta avendo dei guai terribili. La vita è mia e io decido cosa farne. Fare dei regali ad Andrea e la sua famiglia è una cosa che riguarda me", aveva detto l’attrice.
Le parole di Piazzolla in aula: “Sono l’unico che si è preso cura di lei”
“Sono stato l’unico che si è preso cura di Gina Lollobrigida con amore e continuo a farlo", ha dichiarato oggi in aula, prima della sentenza, Andrea Piazzolla. "Non ho mai visto a Subiaco (dove è sepolta l’attrice ) il figlio o il nipote o il presunto marito”, ha proseguito dopo il dibattimento di questa mattina.
Nel 2017 i periti, nominati dal gip Maria Paola Tomaselli avevano accertato, mettendolo nero su bianco "l'indebolimento della corretta percezione della realtà" della Lollobrigida e uno stato di "vulnerabilità" che rende "possibile l'altrui opera di suggestione".
Sarebbe stato proprio grazi a questa fragilità che Piazzolla, secondo la Procura, ha depauperato il patrimonio dell'attrice, convincendola anche a nominarlo amministratore di diverse sue società e a vendere alcuni appartamenti. Andrea Piazzolla è stato condannato quindi condannato a 3 anni di carcere e al pagamento circa mezzo milione di euro agli eredi.