Alberto Sordi «è una spia russa», l’abbaglio degli svizzeri chi gli impedirono di costruire una villa

La motivazione clamorosa (di 60 anni fa): «Può carpire i nostri segreti, minaccia alla sicurezza»

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Gloria Satta
Alberto Sordi «è una spia russa», l’abbaglio degli svizzeri chi gli impedirono di costruire una villa

Il grande Alberto Sordi liquiderebbe la faccenda con una delle sue proverbiali, fulminanti battute: «Ma che stai a di’?».

Intanto il mondo intero rimane senza parole, più incline alla risata che all’indignazione, di fronte al sospetto assurdo formulato dalle autorità elvetiche oltre 60 anni fa ma venuto alla luce solo oggi: secondo il governo e l’esercito di Berna il grande attore romano era «una potenziale spia dell’Urss», anzi un «sovversivo» capace di rivelare i segreti militari ai nemici e, in quanto tale, non aveva il diritto di costruirsi una casa in Svizzera. 

Sordi «è una spia russa»

Una storia surreale, questa, «che avrebbe potuto figurare in una commedia dello stesso Albertone», commenta incredulo Carlo Verdone, considerato l’erede dell’attore con cui ha girato due film, In viaggio con papà e Troppo forte. «Mi pare di vederlo al lavoro con il fedele sceneggiatore Rodolfo Sonego: insieme si sarebbero divertiti molto a scrivere un film centrato su un famoso attore italiano che, come lo stesso Sordi, per sfuggire alla caciara di Roma prova a rifugiarsi sulle montagne alpine ma non glielo permettono perché lo considerano una spia in combutta con i comunisti russi. Da morire dalle risate». 


IL DIVIETO E IL RICORSO
La clamorosa vicenda è stata scoperta dal regista Felice Zanoni che, prima di rivelarla a “Urner Wochenblatt”, il giornale del Canton Uri, è andato a frugare negli archivi cantonali e federali. E ha trovato il documento ufficiale che nel 1962 negava ad Albertone l’acquisto di una grande proprietà ad Andermatt, famosa località sciistica nella valle di Orsera, punto di confluenza delle strade dirette ai passi alpini di San Gottardo, Furka e Oberalp. 
Sordi ha sempre amato investire i propri guadagni nel mattone, cominciando con l’acquisto della bellissima villa di Caracalla in cui ha abitato fino alla fine e che è diventata sede del museo a lui dedicato. Diventato ricco e famoso grazie ai film di successo girati tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta (Il moralista, Il vedovo, Il vigile...), desiderava possedere una casa anche in montagna per trascorrervi le vacanze invernali. Ma le autorità elvetiche decisero di negargli questa possibilità considerandolo una minaccia alla sicurezza nazionale: il terreno da lui scelto era troppo vicino ad alcune infrastrutture militari e il grande attore, «grazie alla sua disinvoltura», cioè la capacità di accattivarsi le persone, avrebbe potuto carpirne i segreti per rivenderli poi «ai nemici». Questa l’incredibile motivazione. Albertone fece ricorso, perché a farsi la villa a 1347 metri sulle montagne della Svizzera teneva molto. Ma il tribunale diede ragione al Consiglio federale elvetico, l’attore non riuscì ad acquistare il terreno e la notizia è rimasta a dormire finché Zanoni non l’ha scovata.


POPOLARE ANCHE NELL’URSS
Sordi sovversivo, e per giunta spia potenziale al servizio dell’Unione Sovietica, all’epoca spauracchio dei Paesi occidentali? «È un’accusa talmente assurda che non merita nemmeno un commento», reagisce Christian De Sica, fin dalla giovinezza legatissimo ad Alberto da cui ha imparato i segreti della commedia più che da suo padre Vittorio. Del resto la vita personale e la carriera del grande attore, scomparso nel 2003 ma sempre vivo nel cuore del pubblico, parlano per lui: cattolico praticante in confidenza con diversi Papi, amico personale di Giulio Andreotti e paladino dei valori della famiglia pur non essendosi mai sposato («e che, mi metto un’estranea in casa?»), Sordi non ha fatto mistero delle proprie simpatie per la Democrazia Cristiana e di un robusto sentimento anticomunista, pur non avendo mai dichiarato né negato apertamente questo orientamento politico. 


Popolarissimo anche nell’Urss, negli anni Settanta avrebbe voluto girare un film a Mosca. «Ma le autorità sovietiche gli imposero talmente tante condizioni, divieti e controlli che Alberto decise di rinunciare», racconta Paola Comin, la storica addetta stampa dell’attore. Nei suoi film, Sordi ha spesso interpretato l’antieroe: in La grande guerra, capolavoro di Mario Monicelli, in coppia con Vittorio Gassman fa il soldato vigliacco che solo alla fine si riscatta scegliendo, a costo della vita, di non denunciare i compagni. In Tutti a casa di Luigi Comencini è poi un sottotenente che, dopo l’8 settembre, non vede l’ora di darsela a gambe con i suoi soldati. 
Unico film in cui fa un uomo di sinistra, un ex partigiano deluso dallo sbocco della politica, è Una vita difficile di Dino Risi. Albertone spia dei sovietici negli anni della Guerra Fredda? Ma che stai a di’. In verità ad Andermatt una spia (finta) ci è passata: James Bond protagonista del film Operazione Goldfinger che nel 1964 fu girato nella località svizzera. Ma non ha fatto paura a nessuno, tanto che da allora la strada che ha ospitato il set è stata ribattezzata James Bond Strasse. 

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