Intesa vicina nella maggioranza sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri. Dopo un'altra giornata sull'ottovolante, con il muro M5S e la minaccia di dimissioni della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova (poi rientrata anche per gli interventi del premier Giuseppe Conte e del leader di Italia viva Matteo Renzi), il governo sembra vicino alla soluzione: l'ipotesi è quella di regolarizzare braccianti, colf e badanti stranieri e italiani. Resta però ancora da sciogliere il nodo della durata del permesso di soggiorno per i lavoratori immigrati. Oggi una nuova riunione tra i ministri interessati: Luciana Lamorgese (Interno), Nunzia Catalfo (Lavoro), Peppe Provenzano (Mezzogiorno) e Bellanova. Incontro allargato ai tecnici dei ministeri.
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ALTA TENSIONE
Ieri mattina è la Bellanova a dare fuoco alle polveri e a mandare un messaggio minaccioso al premier e agli alleati: «Se la regolarizzazione non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al governo. Non sono qui per fare tappezzeria». Poco dopo arriva il nuovo altolà dei grillini «Non accetto i permessi di soggiorno temporanei, perché così il lavoro nero aumenta», afferma il capo politico Vito Crimi.
La temperatura continua a salire e per riportare la calma ci vogliono gli interventi di Conte e Renzi. «Non esiste alcuna ostilità nei confronti di un partito di maggioranza», fa trapelare il premier riconoscendo a Iv un contributo importante all'azione del govenro. E l'ex rottamatore, raccontano, avrebbe frenato i propositi bellicosi di Bellanova.
Dopo questi passaggi i quattro ministri titolari del dossier tornano a incontrarsi in videoconferenza. Una riunione piuttosto tesa: da una parte Bellanova, Lamorgese e Provenzano, dall'altra Catalfo. Lo scontro riguarda la durata dei permessi di soggiorno per i lavoratori stranieri: la proposta di partenza di Iv era quella di 6 mesi rinnovabili per altri 6. Dopo il niet di Catalfo si tenta la mediazione su 3 mesi ma, anche in questo caso, la ministra del Lavoro ha fatto muro. Bellanova sbotta: «Io, da bracciante, non posso permettere che i lavoratori siano lasciati nelle mani dei caporali».
I TEMPI
La riunione, come detto, prosegue oggi. Ma che l'accordo non sia poi così lontano lo dimostrano le parole di Crimi in serata, meno ultimative, di quelle del pomeriggio: «Continueremo a fare tutto quello che serve per l'emersione del lavoro nero. Ma se c'è una sanatoria modello Maroni, Bossi, Fini e altri noi non ci stiamo». Il capo politico dei 5Stelle e la ministra Catalfo, nella battaglia con gli alleati, sono però zavorrati dalla spaccatura interna al Movimento: l'ala che fa capo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio si oppone con tutte le forze alla sanatoria; i grillini di sinistra, capeggiati dal presidente della Camera Roberto Fico, sono assolutamente favorevoli a procedere con la regolarizzazione.
IL PRESSING
Il tema sarà oggetto anche dei prossimi incontri tra Conte e i capidelegazione dei partiti di maggioranza, c'è la possibilità che le norme sulla regolarizzazione possano entrare nel decreto maggio che il governo dovrebbe varare nelle prossime ore.