Mamme onorevoli, svolta al Senato: potranno allattare i loro bebè. Le regole in Italia (e all'estero)

Un ordine del giorno approvato a Palazzo Madama difende il diritto delle "onorevoli mamme" ad accudire i propri neonati all'interno dell'emiciclo

Giovedì 26 Ottobre 2023
Mamme onorevoli, svolta al Senato: potranno allattare i loro bebè. Le regole in Italia (e all'estero)

Allattare in aula? Ora si può.

Alla Camera e anche al Senato. Un ordine del giorno approvato a Palazzo Madama difende il diritto delle "onorevoli mamme" ad accudire i propri neonati all'interno dell'emiciclo. L'odg a firma dei senatori del M5S Pirro, Di Girolamo, Maiorino, Nave e Patuanelli, con riformulazione del questore anziano Gaetano Nastri, chiede di «valutare la fattibilità logistiche e funzionali, anche in regime di convenzione, volte a consentire lo svolgimento del lavoro e l'esercizio del mandato con il principio di tutela della maternità e dell'infanzia».

La svolta

Insomma, niente più vincoli e restrizioni per le mamme al Senato. Siano esse senatrici oppure dipendenti di Palazzo Madama o ancora dei gruppi parlamentari, non fa differenza. E' una piccola grande svolta, che pareggia i conti fra il Senato e la Camera. Dove già un anno fa la questione delle mamme-deputate era stata affrontata, e risolta, con l'approvazione di un ordine del giorno a prima firma della deputata del Movimento Cinque Stelle Gilda Sportiello.

I precedenti

Allora la disposizione introdusse una deroga all'articolo del Regolamento interno di Montecitorio in base al quale «nessuna persona estranea alla Camera può sotto alcun pretesto, introdursi nell'Aula dove siedono i suoi membri». Nessuno, tranne i bebè al seguito delle loro mamme, d'ora in poi.

Le nuove regole in vigore alla Camera, e da oggi anche al Senato, consentono infatti «alla deputata che ne faccia richiesta di fare ingresso in Aula durante le sedute, con il proprio figlio, entro il primo anno di età del bebè, per consentirle l'allattamento senza dover interrompere la propria partecipazione alla seduta». Con tanto di precise istruzioni per spiegare dove le mamme-onorevoli possono allattare o cullare i propri bambini: «Per questo scopo in Aula potranno essere usare apposite postazioni collocate nell'ultima fila superiore dell'Emiciclo, oppure in una tribuna riservata dell'Aula».

La battaglia (trasversale)

Nell'Odg approvato al Senato mancano queste specifiche. Ma intanto un altro muro è stato abbattuto. Fino ad oggi infatti le mamme in servizio, in aula o come dipendenti della struttura, che disponevano di un'aula ad hoc per allattare i figli. Un impedimento per le senatrici, costrette a saltare di tanto in tanto la seduta.

E' una battaglia trasversale, quella per le mamme-parlamentari e infatti trasversale è stato il voto al Senato. Tra le più convinte sostenitrici dell'accudimento in Parlamento c'è anche Giorgia Meloni, prima donna premier e madre che già nel 2021 aveva sostenuto una proposta per allentare le regole. In Italia si è dunque aperta una nuova pagina.

Le regole all'estero

E all'estero, come funziona? Dipende. Non tutti i Paesi europei, ad esempio, hanno dato il via libera all'allattamento in aula. Nel Regno Unito, per dire, è servita una dura battaglia della deputata laburista Stella Creasy, 44 anni, per accendere i riflettori sul tema delle mamme d'aula. Fatta anche di provocazioni, come quando qualche anno fa si è presentata nell'aula della House of Commons con il suo bebè avvolto in una fascia appesa al collo, ora a dormire, ora attaccato alla mammella.

Altrove invece l'allattamento è consentito e da tempo. E' il caso dell'Europarlamento: nell'emiciclo di Bruxelles le euro-mamme possono accudire senza problemi i loro figli, anche nel bel mezzo di una seduta. Ne sa qualcosa Licia Ronzulli, capogruppo al Senato di Forza Italia,  che nel 2012, allora europarlamentare del Popolo della Libertà, si presentò in aula a Strasburgo tenendo in braccio la piccola Vittoria di 18 mesi, fra gli applausi dei colleghi. 

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 15:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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