Irpef, ipotesi di nuovi sconti per gli agricoltori in rivolta. Salvini e Lollobrigida: «Il governo è con voi»

Nuove agitazioni in tutta Europa. Oggi la mobilitazione a Bruxelles. Il ministero: 50 miliardi al settore

Giovedì 1 Febbraio 2024 di Giacomo Andreoli
Irpef, ipotesi di nuovi sconti per gli agricoltori in rivolta. Salvini e Lollobrigida: «Il governo è con voi»

 Il governo è schierato dalla parte degli agricoltori e sta cercando di cambiare le politiche europee. Insomma, non sarebbe indifferente alla cosiddetta “protesta dei trattori”, che prosegue in tutta Europa, e considera le prime modifiche alle politiche agricole annunciate da Bruxelles un primo segnale positivo. Questo, almeno, è il messaggio che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha recapitato a chi da Nord a Sud scende in strada contro i guadagni ridotti all’osso, i costi elevati del gasolio, la pesante tassazione e le politiche dell’Ue, tra misure ambientaliste e possibili aperture a carne coltivata e farine di insetti. Sulla stessa linea il vicepremier, Matteo Salvini, che considera il gesto della Commissione europea, con l’apertura a deroghe sul meccanismo green degli indennizzi per lasciare parte dei terreni incolti, «un dietrofront».

L’occasione di confronto, ieri, c’è stata a margine dell’evento Fieragricola, a Verona, con un gruppo di manifestanti arrivato per protestare e Lollobrigida che si è fermato a parlare per provare a rassicurarli e chiedergli di essere compatti, senza divisioni interne nella stessa categoria (rispondendo a chi tra loro lo critica).

Per il ministro gli agricoltori «sono i primi ambientalisti sul territorio» e «il governo sostiene le loro posizioni: abbiamo chiesto da mesi di cambiare la Politica agricola comune Ue (la Pac) e abbiamo fatto la battaglia sulla carne coltivata nel loro nome, tutelando il made in Italy».

LE MISURE IN CAMPO

Secondo Lollibrigida la partita è infatti in primis europea, per ridurre i «vincoli» ambientali. Le attuali politiche Ue porterebbero per il ministro a «ridurre la produzione a parità di consumo, facendo comprare di più da chi non rispetta le nostro regole di diritto del lavoro».

La linea è che «le importazioni devono essere controllate» senza norme internazionali che lo impediscano, ma anche al livello nazionale si può fare qualcosa. L’esecutivo, per Lollobrigida, può «mettere in condizione gli imprenditori di non fare investimenti a perdere». Per questo dal ministero dell’Agricoltura si ricorda che in campo, tra fondi italiani ed europei, ci sono circa 50 miliardi nei prossimi anni, che si uniscono a politiche appena varate come il maggiore accesso al credito per comprare i trattori. 

Fonti di governo fanno poi sapere che sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un nuovo intervento sull’Irpef agricolo, chiesto con urgenza dalla categoria. Bisogna trovare le risorse e per ora il ministero dell’Economia frena, ma l’idea è quella di un possibile sconto più mirato ai piccoli e medi agricoltori, rispetto all’esenzione tout court da 250 milioni annui non rinnovata con l’ultima Manovra, perché ritenuta dalla premier Giorgia Meloni troppo sbilanciata sulle grandi imprese. Il governo si dice quindi in pressing sulla Commissione Ue, con Salvini che, provando anche a smarcarsi dalle polemiche per il caso Ilaria Salis, parla di parte dell’attuale dirigenza di Bruxelles come responsabile della «devastazione del sistema produttivo europeo».

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LE REAZIONI DELLA CATEGORIA

Le dimostrazioni degli agricoltori, intanto, montano un po’ dappertutto in Europa, sia contro l’Ue che contro le politiche nazionali degli Stati membri. La Germania è ancora in stato di agitazione (ieri è stato fermato uno svincolo autostradale in Renania-Palatinato), e i contadini belgi hanno bloccato il centro di distribuzione di una grande catena alimentare, impedendo il rifornimento dei supermercati. Alle porte di Parigi, poi, gli agricoltori in rivolta hanno fatto irruzione in una zona di stoccaggio dei mercati generali di Rungis, commettendo, secondo quanto riferito dalla polizia francese, dei danni: in 79 sarebbero stati fermati dalle forze dell’ordine. I trattori sono ora attesi a Bruxelles. Dovrebbero arrivare oggi, di buon mattino, a Place du Luxembourg, di fronte all’ingresso principale dell’Europarlamento, e spingersi fino a due passi dal perimetro di sicurezza dell’Europa Building, dove si svolge il summit dei capi di governo. Con loro ci saranno anche i rappresentanti italiani di Coldiretti. 

L’associazione italiana festeggia per la decisione Ue sui terreni incolti e chiede di aumentare i margini degli agricoltori, anche applicando subito la legge contro le pratiche sleali, con il divieto di vendita dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione. Meno soddisfatta della scelta europea la Cia-Agricoltori italiani, che la considera «un contentino» e chiede al governo di approvare il Piano agricolo nazionale per il settore presentato mesi fa. Mentre il presidente di Filiere Italia, Luigi Scordamaglia, parla di una transizione verde nell’agroalimentare «che non si può fare con i vincoli».
Critiche con il governo le opposizioni. «L’esecutivo mente - dice Benedetta Scuderi dei Verdi - le proteste in realtà c’entrano poco con il Green Deal, riguardano per lo più la mancanza di profitti. Sugli scaffali i prezzi sono lievitati, ma penalizzando gli agricoltori. Serve un pressing sulla grande distribuzione e una Pac Ue che tuteli di più i piccoli e medi imprenditori contro i danni del cambiamento climatico».

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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