Alleanza Conte-Schlein, cosa faranno in Abruzzo? Insieme per D'Amico, ma nessun evento congiunto

Ancora lontani su Piemonte e Basilicata. L’ex premier: «Progetti non convergenti»

Mercoledì 28 Febbraio 2024 di Andrea Bulleri
Alleanza Conte-Schlein, cosa faranno in Abruzzo? Insieme per D'Amico, ma nessun evento congiunto

A sera, prima di salire sull’aereo che da Cagliari la riporta a Roma, reduce da un ultimo tour delle sezioni del Pd con annesso bagno di selfie, la stanchezza si fa sentire. Ma non ha alcuna intenzione di fermarsi a riposare, Elly Schlein. Non con le urne in Abruzzo a una manciata di giorni. Tanto più che adesso, a largo del Nazareno, alla “doppietta” ci credono davvero. Un primo segnale incoraggiante, del resto, era arrivato dal sondaggio commissionato a Winpoll e recapitato sul tavolo della segretaria dem la scorsa settimana. Secondo quei numeri, il divario tra l’uscente Marco Marsilio e lo sfidante Luciano D’Amico e sarebbe di un’incollatura: il meloniano al 50,6%, l’ex rettore dell’università di Teramo al 49,6. «E quei numeri non tenevano conto del trionfo in Sardegna», gongolano dall’inner circle della leader pd. «Una vittoria che secondo alcuni sondaggisti può spostare a nostro favore un altro 2%». 

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IL MESSAGGIO
Sarà anche per questo, insomma che prima di lasciare l’isola una Schlein galvanizzata dal suo primo vero successo alla tolda di comando dem lancia un messaggio a Giorgia Meloni: «Era dal 2015 che non vincevamo una regione governata dalla destra, sono passati 9 anni».

La Sardegna «è stata la prima, non sarà l’ultima». Un po’ come dire: mettetevi comodi, è soltanto l’inizio. «Una cosa è certa: l’alternativa c’è», rilancia Schlein dalla sede nel day after della vittoria. E l’esito di lunedì «dimostra che la direzione intrapresa è quella giusta: essere testardamente unitari porta i suoi frutti». E «testardamente unitari», rimarca la segretaria, «lo saremo anche in vista di altre sfide importanti: questa destra non è imbattibile e uniti si vince». Una linea sposata pure dal padre nobile dei dem Romano Prodi: «Il centrosinistra più si unisce, più vince, non c’è niente da fare», dice l’ex premier a LaStampa.it. Chissà se la previsione sarà di buon auspicio per l’Abruzzo. Dove il campo è “extra large”, con (oltre a dem e 5S) Azione, Italia viva, Verdi-Sinistra. 

Ma se i simboli – e le immagini – contano qualcosa, piano a salutare il ritorno dell’intesa rosso-gialla: proprio come a Cagliari, anche a L’Aquila un evento unitario di chiusura della campagna elettorale con abbraccio tra i leader non ci sarà. Un po’ perché in questo caso il quadretto, oltre a Conte e Schlein, per essere completo dovrebbe includere pure Fratoianni, Bonelli, Calenda e Renzi. E nonostante il vento sardo, è difficile immaginarli a stretto giro tutti sorridenti sullo stesso palco. Un po’ perché nessuno, finora, ha provato a incastrare le agende, almeno quelle di Conte e Schlein. L’avvocato sarà di nuovo in Abruzzo da domani, e ha intenzione di battere la Regione palmo a palmo. «Gireremo in lungo e in largo, anche lì c’è un progetto chiaro con obiettivi precisi. L’appetito – scherza – vien mangiando...». La segretaria dem le province abruzzesi le ha già coperte tutte nelle scorse settimane, con decine di appuntamenti e almeno quattro trasferte da Roma. E il 7 marzo, a tre giorni dalle urne, tornerà per tirare la volata a D’Amico. Per ora senza Conte. Del resto, fa notare qualcuno, «in Sardegna la scelta di concentrarsi sui temi locali senza palchi con i leader ha pagato: perché cambiare?». 

Marciare divisi per colpire uniti, è il mantra. Nessuna certezza però che sarà così anche in Piemonte e Basilicata, dove l’accordo tra dem e stellati ancora langue. Anzi. Se lo stato maggiore del Pd invoca compatto «unità» coi grillini, il presidente pentastellato – che in serata è ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta e Cinque minuti – frena. Sotto la Mole, spiega, «stiamo trovando difficoltà a condividere gli obiettivi con il Pd: ci sono progetti non convergenti». E pure in terra lucana, dove le liste vanno chiuse in 20 giorni, «è stato indicato unilateralmente un candidato: io ho chiesto di convergere prima sui temi». Due passi indietro, uno avanti. «Siamo per l’alternativa di governo coltivando un dialogo con il Pd», aggiunge Conte. Purché «ci siano le condizioni: non serve un cartello elettorale che si sfalda alle prime difficoltà». E dal «campo giusto», come preferisce definirlo l’ex premier, in ogni caso va escluso Renzi, tacciato di «inaffidabilità». «Non vuole allearsi con noi? Bene, ne siamo convinti in due». Risponde per le rime il leader di Italia viva, intervistato sempre da Vespa ma al Forum in Masseria: «Su tutte le questioni Conte una volta è favore e una volta è contro. Va bene che non ci sono più bandiere in politica, ma lui è una banderuola». Premesse ardue, perché la coalizione abruzzese si possa replicare tanto presto altrove. 

LA STRATEGIA
Screzi tra i due ex premier a parte, Schlein nel frattempo incassa pure un mezzo dietrofront di Calenda (seppur limitato alle competizioni regionali) sul «mai con Conte». «Una bella notizia», per la leader del Nazareno. Che «testardamente» persegue nelle sua strategia. La scommessa della segretaria è vinta, dicono i suoi. «In Sardegna siamo il primo partito, davanti a FdI». E «se c’è una cosa che il voto sardo ha dimostrato – è il senso del ragionamento condiviso ieri da Schlein coi collaboratori – è che il Pd da solo forse non ce la fa, ma nessun altro può pensare di vincere e fare da alternativa alla destra senza il Pd». Per questo la strada, ora più che mai, resta quella del campo largo, o giusto che dir si voglia. Partendo dai temi che uniscono. Anche se servirà tempo, riconscono dal Nazareno. Un tempo che una “doppietta”, è l’auspicio, potrebbe accorciare.
 

Ultimo aggiornamento: 11:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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