È un omicidio ancora avvolto nel mistero, quello di Marcello Toscano, il 64enne insegnante di sostegno della scuola «Marino Guarano» di Melito ed ex consigliere comunale di Mugnano.
LA RICOSTRUZIONE
Marcello Toscano, residente nel comune di Mugnano, sposato e padre di due figli, era uscito di casa martedì mattina. Si era recato di buon'ora a scuola, come faceva abitualmente da tantissimi anni. Nel corso della mattinata (tra le 12 e le 12.30) avrebbe ricevuto una telefonata e avrebbe poi chiesto a una collega di indicargli la posizione dell'istituto dove lavora, che si trova in via Delle Magnolie, sul proprio smartphone, che non è stato poi ritrovato. Doveva incontrare qualcuno? Aveva un appuntamento? Da quel momento del 64enne si sarebbero perse le tracce. Toscano in passato aveva anche gestito un istituto scolastico privato. L'allarme è stato lanciato in serata dal figlio, che si è presentato alla stazione dei carabinieri di Mugnano denunciando la scomparsa del genitore. Intorno alle 21.30 è stata la figlia della vittima a individuare l'autovettura del padre nei pressi della scuola. Ha contattato i carabinieri che, giunti sul posto, hanno ispezionato gli spazi interni ed esterni alla struttura. La macabra scoperta è stata fatta un'ora dopo. La «Marino Guarano» di Melito, la scuola in cui insegnava Toscano, è balzata molte volte alle cronache per episodi di violenza: a maggio scorso un ragazzino fu accoltellato alla schiena; una ragazzina di 11 anni, invece, fu aggredita da una sua coetanea all'interno dei bagni. Minacce ed episodi di violenza non erano mancati anche negli anni precedenti, quando a farne le spese erano stati alcuni insegnanti.
LA SCUOLA
È una scuola di frontiera, una realtà estremamente complessa, la «Marino-Guarano», frequentata da molti figli di pregiudicati e uomini legati alle cosche del territorio. Sono diverse le ipotesi al vaglio dei carabinieri che stanno esaminando le immagini di alcune telecamere di sorveglianza presenti in zona. Toscano potrebbe aver avuto un alterco con un genitore o familiare di un alunno, come paventato anche da un suo ex collega, a causa di una presunta nota disciplinare (la circostanza però è stata smentita) ma non si esclude anche la pista legata alla vita privata dell'uomo, da tutti ritenuto una persona «gioviale, allegra e spensierata». Sembra da scartare, invece, l'ipotesi di una ritorsione per fini politici o amministrativi. Gli inquirenti, nella giornata di ieri, hanno ascoltato per ore un uomo: non è in stato di fermo e non sarebbe (al momento) indagato. Il collaboratore scolastico non è l'unica persona ad essere stata contattata dai militari dell'Arma, coordinati dai magistrati della Procura Nord. A riferire (anche se poco sarebbe emerso finora) su fatti e circostanze anche i colleghi della vittima, la dirigente scolastica e politici del territorio.